Giustizia, scontro aperto toghe-Alfano L’Anm: attacchi ai pm contro la Carta
Fonte: www3.lastampa.it
Inaugurato l’anno giudiziario, le toghe replicano a Berlusconi.
Alfano: «Reazioni corporative»
ROMA: «Gli attacchi ai magistrati sono contro la giustizia e la Costituzione». All’indomani del nuovo video-messaggio in cui il presidente del Consiglio ha puntato l’indice contro il «soccorso rosso delle toghe politicizzate», l’Associazione nazionale magistrati risponde con un duro documento, che viene letto dai suoi rappresentanti nelle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario che si tengono in tutte le Corti d’appello. Cerimonie segnate dallo scontro tra politica e giustizia, con riferimenti più o meno espliciti al capo del governo e la difesa dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratua.
A Torino il procuratore Giancarlo Caselli, chiamando in causa direttamente il premier e le sue accuse alle toghe, definisce la misura «colma» e il premier «ossessionato dai suoi problemi giudiziari», mentre a Venezia il Pg Pietro Calogero fa un richiamo diretto al caso Ruby, come fonte della «crisi del rapporto tra governo e magistratura». I magistrati «non meritano le minacce di chi rappresenta le più alte istituzioni», avverte il procuratore generale di Firenze Beniamino Deidda. E il presidente della Corte d’appello di Roma Giorgio Santacroce esprime il «disagio» dei magistrati vittime di un «crescendo di toni gratuitamente diffamatori». Un clima teso dunque, testimoniato anche dagli applausi che la platea riserva alla cerimonia di Venezia alla presidente della Corte d’appello Manuela Romei Pasetti quando per ragioni di tempo interrompe l’intervento del capo del Dap Franco Ionta, inviato dal ministro Alfano.
Clima che porta il vice presidente del Csm Michele Vietti anche oggi a ribadire a Torino che i giudici non hanno disegni eversivi, devono essere rispettati, e ad affermare che i processi vanno fatti nelle aule giudiziarie, «non in altre sedi a propria scelta che siano mediatiche o di piazza». Mentre il ministro della Giustizia Angelino Alfano torna ad accusare le toghe: le loro «resistenze corporative – osserva intervenendo alla cerimonia di Roma – ostacolano qualsiasi tentativo di riforma del sistema giudiziario italiano». Nel documento che l’Anm fa leggere in tutte le Corti d’appello, scegliendo di parlare con «un’unica voce» in segno di solidarietà ai pm di Milano sotto attacco, si denunciano le «campagne di denigrazione dei singoli giudici» e le «minacce di punizione» rivolte alla magistratura, senza però fare mai il nome del premier. Una scelta diversa da quella del procuratore Caselli , che a Torino descrive un capo del governo «ossessionato dai suoi problemi giudiziari» e che si comporta come «nessun leader democratico al mondo», parlando di un «complotto giudiziario ordito ai suoi danni da magistrati indicati come avversari politici». Con Alfano, invece, se la prende il pm di Palermo Nino Di Matteo, che lamenta il suo «assordante silenzio» di fronte agli insulti ai magistrati.