Palermo, bengalesi salvano i bambini fiorai dalla dispersione scolastica
Fonte: www.redattoresociale.it
Già più di mille firme raccolte da parte dell’associazione “Bangladesh associazione Mediterranea”. I volontari si impegneranno a fare un lavoro capillare con le famiglie, casa per casa per far capire l’importanza della scuola
PALERMO – Saranno i volontari di “Bangladesh associazione Mediterranea” ad aiutare i bambini dei loro connazionali più disagiati a non abbandonare la scuola per vendere fiori per le strade della città. Per portare avanti l’iniziativa, finalizzata al contrasto soprattutto dello sfruttamento lavorativo dei minori, sono state raccolte fino a questo momento già più di mille firme. I volontari si impegneranno, infatti, a fare un lavoro capillare con le famiglie, casa per casa, proprio con l’obiettivo fondamentale di riuscire a censire tutti i bambini ambulanti che operano a Palermo e a contrastare così il fenomeno dell’abbandono scolastico. Sono infatti tanti i bambini e adolescenti, tutti in età scolare che, fino al tardo pomeriggio, soprattutto per le vie del centro storico e all’interno di molti locali di ristorazione, vengono impegnati dalle stesse famiglie nella vendita di fiori. Un’attività che li distoglie dagli impegni scolastici fino a portarli all’abbandono effettivo dell’istituto dove sono iscritti.
“E’ un fenomeno – riferisce Shain, uno dei rappresentanti dell’associazione – che cerchiamo di arginare, persuadendo i genitori o i parenti che li hanno in custodia che è molto importante andare a scuola”. Poiché le famiglie bengalesi a Palermo si conoscono quasi tutte, l’intento è quello di controllare le assenze scolastiche dei bambini, cercando di aiutare le famiglie, nei casi dove è possibile, magari invitando i bambini a fare i compiti a casa dei volontari. “I proprietari dei ristoranti sono buoni con me – racconta un bambino di quinta elementare, venditore di rose -, io mi vergogno di disturbare le persone mentre mangiano ma alcune sono gentili e mi danno pure le patatine. Certe volte la mattina mi viene difficile alzarmi per andare a scuola e, quando ci vado, mi addormento sul banco”. Per i casi più difficili ci si rivolge all’ufficio nomadi e immigrati del comune che cerca, a volte su segnalazione degli stessi connazionali, di aiutare il minore e la famiglia, favorendo l’integrazione e l’inserimento nella scuola.
Il contrasto allo sfruttamento lavorativo, è soltanto il primo passo che intende svolgere l’associazione bengalese che lancia, pure, un appello alle istituzioni affinché possa presto aprire una scuola di formazione allo studio delle lingue straniere e agli usi e costumi tradizionali bengalesi. L’esigenza, in questo caso, nasce dalla preoccupazione dei rappresentanti dell’associazione bengalese che i loro figli non imparino in Italia la lingua inglese in maniera esauriente. “Una lingua – come dice l’associazione che, se fatta bene, può diventare la chiave del futuro”.
Per tale scopo l’associazione che, ha la sua sede in via Maqueda, cerca insegnanti magari, in pensione disponibili ad aiutare questi bambini. Il problema principale è quello di riuscire ad avere una locale dove svolgere queste attività didattiche, magari ubicato all’interno del centro storico, dove vive la gran parte di loro e facilmente accessibile a piedi perché molti non sono automuniti. “Se il comune ci indica un locale che possiamo utilizzare – dicono i responsabili dell’associazione -. Siamo disposti a rimetterlo a nuovo ed a pagare l’affitto”.