Regolarizzazione solo per le “badanti?”
Roma (Migranti-press 26) – “É la dimostrazione che un intervento sanatorio è oramai improrogabile”. Così le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani (Acli) commentano il cosiddetto piano “salva badanti”, l’emendamento proposto nei giorni scorsi al disegno di legge sulla sicurezza dai ministri del Welfare Maurizio Sacconi e delle Pari opportunità Mara Carfagna. Un provvedimento che consentirebbe – “in disciplina transitoria” – la regolarizzazione delle lavoratrici straniere che assistono “persone che abbiano compiuto il settantesimo anno di età, oppure siano affette da gravi patologie o handicap che ne limitano l’autosufficienza e dispongano di riconoscimento dell’indennità di accompagnamento”.
Appare tuttavia “incomprensibile e inaccettabile – aggiungono le Acli – l’esclusione delle colf e delle babysitter dalla proposta di regolarizzazione”. Il 75% delle circa 410.000 richieste di assunzione di lavoratrici domestiche riguarda infatti le colf (collaboratrici familiari) e solo il 25% le cosiddette “badanti”, che da contratto svolgono il ruolo di assistenti familiari. “Cosa dirà il Governo – si chiedono le Acli – a quelle centinaia di migliaia di famiglie che affidano la cura della propria casa e soprattutto dei propri figli alle donne straniere, spesso in assenza di posti sufficienti negli asili nido? E come si concilia con le pari opportunità il trattamento diverso riservato a lavoratori che dovrebbero avere uguale dignità?”. Le ACLI tornano a dire che “occorre un ulteriore scatto di coraggio e di realismo per una regolarizzazione generale dei lavoratori stranieri ai quali è stata aperta la speranza con l’ultima programmazione dei flussi di ingresso. Lo si è fatto in occasione del precedente decreto flussi sotto il governo di centro sinistra e lo si è fatto in forma ancora più consistente nel 2002 con “la regina di tutte le regolarizzazioni” sotto il governo di centro destra.
26/06/2008