Il Papa: “Rispetto e amicizia verso gli immigrati, non paura”
Fonte: www.rainews24.rai.it
Venezia, 08-05-2011
Serenissima modello di “pace”, “convivenza” e rapporti fondati su “amicizia e rispetto”. Nordest terra di apertura agli altri, anche “estranei”, che deve “rinsaldare” la propria “unita’ spirituale” di fronte ai “lontani” e agli “immigrati”. Terra che accoglie a partire da una forte coscienza della sua identita’, che e’ anche cristiana.Il Papa ha scelto questi accenti nel concludere il suo viaggio nel Nordest, il 22.mo in Italia, nel giorno in cui continuavano ad arrivare notizie drammatiche sul fronte dell’immigrazione: dopo il naufragio di fronte alle coste libiche di un barcone con 600 persone a bordo, nella notte a Lampedusa il salvataggio di circa 500 profughi, tra cui molte donne, alcune incinte, e bambini. Dalla cronaca una tragica conferma all’invito del Papa, ieri ad Aquileia, ad accogliere la sfida dei popoli del Mediterraneo che premono verso l’Europa.
Il richiamo a non aver paura di fronte ai lontani, ma vivere rapporti di “comunione e solidarieta”‘ e’ venuto durante la messa al Parco San Giuliano, davanti a circa 300 mila persone, un rito in cui si e’ pregato anche in latino e in varie lingue dell’est d’Europa, tra cui croato e sloveno, invocando pace e convivenza. Mentre nell’incontro con il mondo dell’economia e della cultura, sotto le splendide cupole barocche della Madonna della Salute, presenti anche rappresentanti delle comunita’ ebraiche e islamiche, Benedetto XVI ha puntato l’attenzione su tre “metafore suggestive”.
La prima, l’acqua: Venezia citta’ d’acqua non esprima una cultura ‘liquida’ con scelte effimere ma scelga invece a partire da arte, sapere, relazioni benefiche tra uomini e popoli (la risposta ratzingeriana alle teorie del sociologo polacco Zygmunt Bauman). La seconda parola chiave, la salute, che non e’ solo stare bene, ma integrale benessere, anche spirituale, dell’essere umano. Terza metafora, la Serenissima: la sua grandezza nasce anche da rapporti fondati su amicizia e rispetto e dalla capacita’ di costruire la pace. L’appello al Nordest a non avere “paura” e’ stato uno dei fili conduttori di questo primo viaggio in Italia del 2011.
Papa Ratzinger era stato invitato dalle chiese del Triveneto per inaugurare un convegno che dovra’ rilanciarne senso e vitalita’, ma anche dal Patriarcato di Venezia, da tempo impegnato in una riflessione sulle sfide poste al cristianesimo dai popoli che si affacciano sul Mediterraneo. In queste regioni un tempo locomotiva d’Italia, dove oggi la crisi morde la ricchezza e il senso di sicurezza, ai cattolici, non piu’ maggioranza, papa Ratzinger ha proposto di affrontare il dialogo con la modernita’ e farne un elemento di crescita.
E se ad Aquileia ha rilanciato l’appello a una nuova generazione di cattolici impegnati in politica per il bene comune, a Venezia ha citato tra i beati cui ispirarsi il venerabile Giuseppe Toniolo, figura di spicco del cattolicesimo sociale e fondatore della “prima Dc”. L’accoglienza dei cattolici del Nordest al Papa venuto a “confermarne la fede” e’ stata festosa ad Aquileia e entusiasta a Venezia. Nei due scrigni di arte cristiana il Papa teologo ha contemplato anche la bellezza di mosaici unici al mondo: quelli altamente simbolici del IV secolo di Aquileia e le tessere luminosissime della basilica di San Marco. Per lui infine anche l’esperienza di un giro sulla Dogaressa, la gondola bianca che fu dei dogi.