Tratta: le associazioni chiedono l’attuazione della Direttiva 2011/36 UE.
Fonte: www.immigrazioneoggi.it
Il progetto Comp.Act promuove una rete di legali per il risarcimento del danno. Un’indagine dell’Associazione “On the Road”.
In Italia le indicazioni dell’Unione europea in merito alla prevenzione e alla repressione della tratta di esseri umani non sono rispettate: è quanto emerge dalle risposte che quarantacinque associazioni e ONG hanno dato al questionario diffuso su tutto il territorio nazionale nell’ambito del progetto europeo COMP.Act promosso dall’Associazione “On The Road” Onlus.
La frequente legiferazione europea – scrivono i ricercatori – testimonia l’attenzione che, unitamente alla tutela delle vittime di tratta, viene riservata a questi temi dall’Unione europea e dagli Stati membri. La recentissima Direttiva 2011/36 UE del 5 aprile 2011 “concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime” (che sostituisce la decisione quadro del Consiglio 2002/629) mette in risalto due punti salienti:
1) l’opportunità per la magistratura di avvalersi degli strumenti del sequestro, della confisca dei proventi di reato per finanziare l’assistenza e la protezione delle vittime, compreso il loro risarcimento;
2) l’importanza delle misure di assistenza poste in essere dalle ONG e la necessità che le vittime di tratta possano usufruire immediatamente di consulenza e assistenza legale anche ai fini di una domanda di risarcimento (diritto ormai sancito dalla direttiva 004/80 CE, in Italia recepita con il Dlgs 204/2007).
La ricerca promossa dal progetto COMP.Act dimostra tuttavia quanto il diritto al risarcimento sia difficile da far valere. “Il rischio – spiega Michela Manente coordinatrice del progetto COMP.Act in Italia – è di rendere vane le azioni processuali che noi legali di associazioni mettiamo in campo ogni giorno in favore delle vittime della tratta”.
Foto da www.cnrmedia.com