i nuovi numeri della manovra
Fonte: www.lavoce.info
di Tito Boeri 18.07.2011
La manovra è stata potenziata sul piano numerico, non su quello dell’efficacia. A regime gli aumenti delle tasse contano per il 60 per cento dell’aggiustamento e sono regressivi. Questo potrebbe accentuare gli effetti recessivi della manovra riducendone l’impatto sui conti pubblici. Legittimo interrogarsi sulla fattibilità politica di questi inasprimenti fiscali che andranno a colpire soprattutto i ceti più deboli mentre i parlamentari si sono concessi un nuovo sconto nei tagli ai loro compensi. Le stesse coperture dei tagli a Regioni ed Enti Locali sono discutibili. Continuano a non esserci misure per lo sviluppo.
L’instabilità politica, il potenziale coinvolgimento di uno dei più stretti collaboratori del Ministro dell’Economia in episodi di corruzione e una manovra insufficiente e mal congegnata hanno scatenato una crisi di credibilità che ha portato a massicce vendite dei nostri titoli di stato. Il divario fra il rendimento dei Btp e dei Bund tedeschi si è pericolosamente allargato. Abbiamo pochi mesi di tempo per evitare che questa crisi di credibilità provochi un brusco aumento degli oneri sul debito pubblico. Basterà il voto di Camera e Senato su una manovra potenziata nelle cifre a rassicurare i mercati? Bene sperarlo, ma più prudente prepararsi al caso in cui la manovra non fosse ritenuta ancora sufficiente. Anche perché rimangono aperti non pochi interrogativi.
IL QUADRO D’INSIEME
La tabella qui sotto documenta i nuovi numeri. La manovra è stata potenziata. Vale adesso quasi 48 miliardi, 8 in più che nella versione originale. Inoltre c’è un miglioramento, pur marginale, già nel 2011 e 2012. Bene. Tuttavia questo ampliamento della manovra avviene tutto sul lato delle entrate principalmente con l’aumento delle accise sulla benzina, dell’imposta sul deposito titoli, il ticket sulla sanità e il contributo di solidarietà sulle pensioni. C’è anche un mini-condono: riguarda le liti di importo non superiore ai 20000 euro. A regime il 60 per cento della manovra grava sulle entrate. Il contributo delle entrate sarà ancora maggiore se gli enti locali si rifaranno dei tagli ai trasferimenti aumentando le imposte locali. Si noti che nei documenti presentati alle autorità europee, il Governo si era impegnato ad un aggiustamento “prevalentemente sul lato della spesa”. Non sapevamo che prevalentemente volesse dire circa un terzo.
La delega fiscale rimane imprecisata nei contenuti (per usare un eufemismo). Ma adesso c’è una “clausola di salvaguardia”: se non venisse esercitata entro il settembre 2013 si procederà ad un taglio automatico del 5 per cento di agevolazioni e deduzioni Irpef e Iva, a scapito soprattutto delle persone con redditi più bassi. Il taglio salirebbe al 20% nel 2014. Sono più tasse e sono regressive. Discutibile la fattibilità politica di un’operazione di questo tipo alla luce delle accresciute disuguaglianze di reddito e degli effetti del calo del reddito disponibile delle famiglie sui consumi. L’impatto recessivo della manovra potrebbe essere più pesante, rendendola anche meno efficace nel migliorare i conti pubblici (per via delle minori entrate e maggiori spese associate a una crescita inferiore alle previsioni).
Vediamo rapidamente le principali novità introdotte dal maxiemendamento, che ci ha restituito l’ennesima incomprensibile legge di bilancio.
Tabella riassuntiva manovra finanziaria * | ||||
Dati in miliardi di euro | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 |
Maggiori entrate | 2,3 | 6,5 | 13,3 | 28,8 |
di cui | ||||
imposta deposito titoli | 0,7 | 1,3 | 3,8 | 2,5 |
tasse sui giochi | 0,4 | 0,5 | 0,5 | 0,5 |
accise benzina/tabacchi | 0,0 | 2,1 | 2,0 | 2,0 |
IRAP su banche/assicurazioni | 0,0 | 0,9 | 0,5 | 0,5 |
taglio agevolazioni fiscali (1) | 0,0 | 0,0 | 4,0 | 20,0 |
altre(2) | 1,2 | 5,9 | 6,5 | 7,3 |
Minori spese | -0,1 | -1,0 | 11,1 | 19,1 |
di cui | ||||
sanità | 0,0 | 0,0 | 2,5 | 5,0 |
altri trasferimenti EELL(2) | -0,4 | -0,4 | 3,5 | 7,4 |
pensioni | 0,0 | 0,6 | 1,1 | 1,1 |
pubblico Impiego | 0,0 | 0,0 | 0,0 | 0,6 |
ministeri | 0,1 | 1,7 | 4,4 | 6,0 |
altre (3) | 0,2 | -2,9 | -0,4 | -0,9 |
TOTALE | 2,2 | 5,5 | 24,3 | 47,9 |
Contributo entrate % | 103,6 | 118,9 | 54,5 | 60, |
Un segno negativo su minori spese significa che le spese aumentano
SANITÀ
A partire da oggi, i cittadini non esenti dovranno pagare un ticket di 10 euro su ogni ricetta per prestazioni di specialistica ambulatoriale (visite mediche specialistiche, esami di laboratorio, accertamenti di diagnostica per immagini). Il ticket di 10 euro si aggiunge al ticket sulla prestazione, rendendo così spesso più costoso per il paziente ricorrere alle strutture pubbliche anziché rivolgersi direttamente ai centri privati. Il provvedimento era già stato inserito nella finanziaria del 2007 ma non era mai stato applicato posto che fino al giugno scorso lo Stato aveva garantito la copertura dei mancati oneri. Ci saranno inoltre 8 miliardi in meno (7,95 milioni) per il Servizio sanitario nazionale nel 2013-2014, che si aggiungono alle manovre già disposte con la legge 122/2010.
Purtroppo non è prevista nessuna liberalizzazione per le professioni sanitarie: un emendamento approvato al senato sembra escludere dai provvedimenti di liberalizzazioni tutte le professioni sanitarie. Quindi non ci si può aspettare un miglioramento della qualità dei servizi che potrebbe in parte compensare i maggiori costi per i cittadini.
PENSIONI
Diminuisce ulteriormente la platea di coloro cui verrà ridotta l’indicizzazione delle pensioni. Da 3 milioni, scenderanno a 700.000 i trattamenti oggetti di taglio. Come mostrato nella nuova tabella, i risparmi di questa misura sono a questo punto davvero esigui. Per compensare queste maggiori spese si ricorre a tasse sulle quiescenze più alte e all’anticipazione dell’entrata in vigore dei nuovi coefficienti di trasformazione. Complessivamente, più tasse e meno tagli di spesa in questo comparto, a saldi invariati. Le pensioni continuano a essere in gran parte escluse dalla manovra: risparmi dello 0,4 per cento, quando per molti beni pubblici sono superiori al 10 per cento. La nostra spesa pubblica diventerà ancora più squilibrata a favore delle pensioni.
ENTI LOCALI
Sono eliminati i tagli agli enti locali (ma non quelli alle Regioni, al di fuori della sanità). Si tratta di una riduzione dei tagli, dunque di un aumento spesa, di 700 milioni nel 2013 e di 1400 milioni nel 2014. I minori tagli sono coperti con una riduzione dei rimborsi delle imposte. Anche in questo caso, dunque, si sostituisce un taglio alle spese con un incremento nei fatti delle imposte, con l’aggravante che non è dichiarato e lede un diritto dei cittadini, cioè che chi ha pagato più del dovuto venga rimborsato.
I criteri per la definizione dei Comuni virtuosi (esenti dall’applicazione dei vincoli del Patto di Stabilità interno) sembrano meno improvvisati di quelli precedenti (che riducevano le auto blu e le rappresentanze all’estero, una scelta priva di impatto per i comuni più piccoli) ma restano i problemi di fondo. Come si fa a calibrare la virtuosità all’adesione della spesa ai fabbisogni e costi standard quando questi ancora non esistono e non si sa come verranno formulati?
Inoltre la nuova norma non spiega quale è il peso relativo dei 10 criteri introdotti per definire i Comuni virtuosi. Con tanti criteri e la libertà di dare loro l’importanza relativa che si vuole, si può davvero diventare virtuosi molto facilmente.
IMPOSTA SUI DEPOSITI TITOLI
L’imposta sui depositi titoli è ora proporzionata ai patrimoni. Si presenta dunque come una vera e propria patrimoniale mobiliare destinata a rimanere nel corso del tempo. Ci si può continuare ad interrogare sul significato di questa operazione in un momento in cui si dovrebbe incoraggiare gli italiani a comprare titoli di Stato. Ma almeno la tassa è meno regressiva.
DOVE SONO LE 16 AZIONI PER LO SVILUPPO?
Il Ministro Tremonti nel presentare la manovra al Senato ha parlato di 16 azioni per lo sviluppo contenute nella manovra. Francamente non le vediamo. Forse si riferiva alle 14 misure del Piano Nazionale delle Riforme già criticato dalla Commissione Europea perché poco ambizioso e troppo vago. E le altre due azioni? La liberalizzazione degli ordini professionali è stata bloccata dagli avvocati-parlamentari e ministri della maggioranza. Le lobby escono allo scoperto. Del sostegno agli startup si è già scritto. Era già nel decreto sviluppo. Qui ci sono solo risparmi sulla cifra stanziata in quella occasione. Ed è legittimo avanzare seri dubbi sull’efficacia di questa misura. In Italia nascono molte imprese: i tassi di natalità sono più o meno in linea con quelli degli altri paesi Ocse. Il problema è che queste imprese, poi, non crescono. Per rimuovere i vincoli alla crescita delle imprese bisognerebbe fare tante cose, tra cui avere mercati finanziari che funzionano meglio. E questa manovra si muove nella direzione opposta. Spingerà molti italiani a chiudere i depositi titoli e tenere ogni risparmio sul conto corrente (una compensazione per le banche colpite dall’inasprimento Irap?).
L’ENNESIMO SCONTO NEI TAGLI ALLA POLITICA
Mentre il conto da pagare per le famiglie italiane è salito, i parlamentari si sono concessi un ulteriore sconto nei tagli ai loro compensi. Guadagneranno 12,000 euro in più all’anno che nella precedente versione della manovra. Come noto, i tagli ai compensi vengono rinviati alla prossima legislatura, il che è un potente incentivo a tenere questa in vita più a lungo possibile. L’unico modo per rimediare consiste nel tagliare il monte salari complessivo moltiplicando i compensi medi dei parlamentari nell’area Euro (tutti i paesi!) per 300, un numero di parlamentari in linea con il rapporto fra eletti e votanti delle democrazie consolidate (link Boeri-Galasso).
L’impressione è che il Governo abbia pensato a rendere la manovra digeribile dai deputati della maggioranza anziché accettabile dagli italiani e comprensibile agli investitori. Comunque vada è una scelta indicativa: offre una misura degli orizzonti che si è dato questo esecutivo.
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(1) Clausola salvaguardia delega fiscale
(2) Ticket sanità, contributo solidarietà pensioni, aumento accise, lotta ad evasione etc.
(3) Al netto di dotazione fondo trasporti
(4) Provvedimenti “sviluppo”, dotazione Fondo ISPE, riduzione finanziamento partiti etc.