Politiche per l’integrazione
Fonte: www.migrantesonline.it
Grosseto – “Siamo certi che la sola e unica base per una soluzione efficace dei problemi sociali legati ai fenomeni migratori è la volontà personale d’incontrare e conoscere l’altro, come abbiamo toccato con mano durante il campo. Questo è il motivo per cui chiediamo politiche che aiutino questo processo d’integrazione basato sui legami e le relazioni interpersonali. Solo in questo modo saremo in grado di costruire una società con una nuova identità, condivisa da ogni cittadino”. Sono giunti a questa conclusione gli oltre cento giovani che nei giorni scorsi (7–17 agosto) si sono ritrovati al villaggio “La vela” di Castiglione della Pescaia (Gr) per partecipare al Campo internazionale organizzato ogni anno dall’“Opera per la gioventù La Pira”. Con il titolo “Sotto lo stesso cielo: accoglienza e integrazione nel villaggio globale” l’incontro ha coinvolto ragazzi provenienti da Albania, Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Israele, Italia, Palestina e Russia, i quali si sono confrontati su una “delle questioni aperte più pressanti nel villaggio globale: la migrazione”. Al termine del campo, i partecipanti hanno pubblicato in un “documento finale” le conclusioni dell’incontro.
“La migrazione è una realtà complessa. L’aspetto negativo sta nel fatto che solitamente coinvolge persone costrette a lasciare il proprio Paese a causa di guerre, povertà ecc. Noi però pensiamo che questo fenomeno non debba essere considerato solo come un problema, ma anche come un’opportunità, dato che permette l’incontro e il confronto fra i popoli”. Gli incontri di questi giorni hanno cercato di mantenere un equilibrio tra valori comuni, quali il “rispetto reciproco, l’apertura a identità diverse e la preoccupazione per i cambiamenti globali”, oltre che le differenze culturali e personali di cui ciascuno è portatore, scoprendo una complementarietà che si manifesta attraverso “un arricchimento comune in cui nessuno perde i suoi tratti peculiari”. Il primo punto per poter progettare un piano di soluzioni concrete è, secondo i ragazzi, “comprendere il fenomeno migrazione”; fenomeno prima di tutto, e non problema. Per questo, dichiarano i giovani, la prima sfida sta nell’“evitare tensioni fra i diversi gruppi, sfiducia reciproca, paura, confini legali e simbolici, discriminazioni, conflitti, pregiudizi e fobie”.
Il fenomeno migrazione è visto spesso come un problema, perché il giudizio è influenzato da fattori “oggettivi”, complessi e difficilmente gestibili, come i grandi flussi di persone a livello globale e la crisi economica mondiale. Ma, come sottolineano i giovani del campo, esistono altri fattori più “vicini” che possono essere influenzati dall’azione politica e sociale, e quindi diventare una risorsa per l’integrazione. I media giocano un ruolo importante nella formazione di un pensiero condiviso, “amplificando spesso la paura” e creando “confini”, sebbene abbiano allo stesso tempo “potenti risorse per agire in modo contrario”. Ma oltre ai media, ai politici che “speculano sul problema migrazione”, alla criminalità che abusa degli immigrati, i ragazzi sembrano individuare nella “nostra stessa diffidenza nei confronti dei problemi che ci circondano” il nodo problematico più importante che impedisce l’attuazione di un’“azione comune”.
“Abbiamo capito che non siamo solo osservatori passivi di quello che avviene attorno a noi. È necessario, possiamo e dobbiamo affrontare il problema con proposte e impegni concreti. Senza ombra di dubbio, è importante partire da noi stessi”. Superamento delle paure, abbattimento dei pregiudizi, conoscenza prima di tutto, ma anche partecipazione, condivisione. “Il nostro obiettivo adesso – concludono i ragazzi dell’opera La Pira – è condividere questa esperienza nei nostri Paesi e nelle nostre comunità locali, per diffonderla e moltiplicarla. La nostra volontà, il nostro impegno e la nostra energia contribuiranno all’organizzazione di un mondo migliore, dove persone di origini differenti vivono nel rispetto reciproco, in pace e armonia”. Una azione piccola, che ricalca le orme della grande impresa di Giorgio La Pira, quella di riconciliare “a tutti i costi” la “triplice famiglia di Abramo”, in cui ebrei, cristiani e musulmani si riconoscano appartenenti a una medesima fonte; “il nostro lavoro qui a La Vela ha dimostrato che questo compito è realizzabile”.