Finanziaria: per gli immigrati meno diritti specialmente per casa e sanità
Riportiamo questo servizio di Metropoli (14 settembre) a firma di Gabriele Bonincontro
Roma (Migranti-press 38) – Casa, assegno sociale, controlli fiscali, prestazioni sanitarie. Le misure economico-finanziarie del governo – la manovra per il 2009 – su queste materie interessano anche gli stranieri (comunitari ed extra UE). Le nuove disposizioni, approvate con la legge 133/2008 e pubblicate a fine agosto sulla Gazzetta ufficiale, fissano criteri e requisiti più per ottenere prestazioni e diritti in diversi settori. Insomma per gli immigrati è arrivata una nuova stretta. In attesa poi dell’approvazione dei decreti legislativi sul ricongiungimento familiare, sui rifugiati e sulla libera circolazione dei cittadini dell’Unione Europea e dei loro familiari, compresi nel “pacchetto sicurezza”, che prevedono un ulteriore giro di vite. Ecco quali sono le novità.
Assegno sociale – Dal 1° gennaio 2009, per avere diritto all’assegno sociale, una prestazione di natura assistenziale concessa dall’Inps agli anziani indigenti, bisogna anche essere residenti in Italia da almeno dieci anni (art. 20 della legge 133/2008). Il governo, alla fine di luglio, durante la discussione nelle Commissioni parlamentari, ha spiegato che la stretta sull’assegno sociale è stata inserita per evitare “eventuali abusi da parte degli immigrati”. Il vincolo della residenza, oltre agli stranieri, colpisce anche gli italiani residenti all’estero, che non potranno ottenere l’assegno sociale. Non cambiano invece gli altri requisiti: 65 anni di età, reddito molto basso, e per i cittadini extra UE (i comunitari sono equiparati agli italiani) anche il permesso Ce per soggiornanti di lungo periodo, cioè la vecchia carta di soggiorno.
Casa – Il governo ha varato nei mesi scorsi un “pianocasa” (art.11), una serie di interventi che hanno l’obiettivo di favorire l’accesso alla prima casa di alcune “categorie sociali svantaggiate”. Famiglie con redditi bassi, giovani coppie, anziani in condizioni economiche molto difficili, studenti fuori sede, immigrati. Per gli stranieri il governo ha fissato però alcuni ulteriori requisiti: devono essere infatti residenti da almeno 10 anni in Italia o da cinque nel territorio regionale. Anche per i contributi che i Comuni concedono come aiuto per l’affitto, solo agli immigrati è richiesta la residenza in Italia da 10 anni o nel territorio regionale da cinque (comma13). In sostanza, per ottenere benefici per la casa viene uniformato a livello nazionale il requisito della residenza che era stato già introdotto soltanto in alcune Regioni.
Prestazioni sanitarie – L’articolo 1 del Testo Unico sull’immigrazione (la legge 286 del ’98 e successive modifiche, il testo di riferimento per gli extracomunitari) prevedeva che le norme della legge si applicassero anche ai cittadini UE se più favorevoli rispetto al diritto comunitario. Ora non è più così. L’obiettivo è quello di non concedere più cure gratuite ai comunitari non in regola. La modifica al Testo Unico è stata infatti inserita nell’articolo della manovra relativo alle prestazioni sanitarie (art. 37). I cittadini UE non in regola non potranno quindi usufruire gratuitamente di alcune prestazioni (tra queste ad esempio la tutela della salute dei minori e della maternità, o l’interruzione di gravidanza) garantite invece agli extracomunitari irregolari in possesso del tesserino Stp, anche se l’accesso alle cure urgenti resta comunque garantito dalla Costituzione. Finora alcune Regioni (Marche, Piemonte, Toscana, Lazio, Campania, Lombardia, Friuli, Puglia, Sicilia, Sardegna, più la provincia di Bolzano) avevano esteso le tutele anche ai comunitari non in regola con l’introduzione del codice “Eni” (Europeo non in regola).
Carta acquisti – Nella manovra finanziaria c’è infine un’altra norma che interessa i cittadini stranieri. O meglio, che in realtà non li riguarda: il governo, visto l’aumento dei prezzi dei generi alimentari e delle bollette, ha pensato infatti a una “carta acquisti” per le fasce più disagiate, ma questa sarà riservata (comma 32 dell’articolo 81) soltanto ai “residenti di cittadinanza italiana”.
19/09/2008