OCSE: la lentezza burocratica genera irregolarità fra i migranti
Parigi (Migranti-press 39) – La lentezza alimenta l’irregolarità. È uno degli aspetti principali che emerge dall’ultimo rapporto Ocse, “Prospettive dei flussi migratori internazionali” presentato il 10 settembre a Parigi. Le lungaggini amministrative nella regolarizzazione degli immigrati è allarmante. Tutti i Paesi hanno problemi di lentezza – ha osservato Georges Lemaitre, uno degli autori dello studio – ma non tanti come l’Italia, dove nel 2006 (anno cui si riferisce il rapporto) sono state presentate circa 520.000 domande di permesso di soggiorno, ma i ritardi amministrativi hanno fatto sì che la maggior parte delle pratiche non fossero considerate fino alla fine dell’anno.
La conseguenza per imprese e famiglie, che non possono aspettare mesi per assumere manodopera e collaboratrici domestiche, è quella di essere tentati di aggirare la legislazione e assumere lavoratori in condizioni di irregolarità.
Ma lo studio sottolinea come almeno una parte dei bisogni del mercato del lavoro all’interno dei paesi Ocse riguardi ruoli poco qualificati e si tratti di una domanda strutturale.
Il deficit di mano d’opera nel settore edilizio, alberghiero e della ristorazione, delle pulizie e dei servizi alla persona è costante, tanto è vero che – si legge – la mancata possibilità di un ingresso regolare nel paese porta spesso il datore di lavoro a ricorrere all’impiego di irregolari.
Le migrazioni familiari, ovvero i ricongiungimenti, sono la quota preponderante di questo tipo d’immigrazione – a eccezione del Giappone, della Gran Bretagna e dell’Italia, dove quasi la metà (30-40%) dei flussi è invece legato al lavoro – toccano in alcuni casi come gli Stati Uniti il 70% dei casi, ma sono molto diffusi anche in Francia (60%) e recentemente in Portogallo, che ora accoglie le famiglie dei lavoratori ucraini.
25/09/2008