Rifugiati, aumentano casi vulnerabili e vittime di tratta
Sempre più richiedenti e titolari di protezione internazionale manifestano gravi disagi psichici. Di Capua: “aumentano al sud i progetti per persone vulnerabili”. Zanonato (Anci): “trasformare ospitalità in integrazione”
ROMA – “Il 2010, è stato l’anno con il minore numero di arrivi via mare (4.406 migranti), 12.121 sono state le domande d’asilo esaminate dalle commissioni territoriali. Eppure, anche con pochissimi arrivi, sicuramente almeno 2500 persone sono state segnalate al servizio centrale e non hanno avuto risposta, nel 90% dei casi per insufficienza di posti”. E’ quanto afferma Daniela Di Capua, direttrice del Servizio Centrale del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati alla presentazione del rapporto annuale dello Sprar.
Di Capua segnala l’aumento di casi vulnerabili, di rifugiati con disagi psichici e di vittime di tratta fra i richiedenti asilo. “Assistiamo a un incremento delle vulnerabilità – spiega – intendendo tra le persone particolarmente vulnerabili non donne incinta o minori soli, ma persone malate con gravi disagi psichiatrici”. Secondo la direttrice del Servizio Centrale dello Sprar “è sempre più stretto il collegamento fra i richiedenti asilo e le vittime di tratta”. Per questo “sarebbe importante poter fornire agli operatori strumenti per individuare le vittime di tratta fra i propri ospiti”. Tra le categorie vulnerabili, emergono anche tra i rifugiati i casi di persone Lgbti. “Vengono facilmente discriminate nei grandi centri di accoglienza, ma anche in strutture più piccole. I pochi casi emersi con chiarezza sono uomini, le donne non emergono perché per loro è ancora più difficile sentirsi tutelate”. I progetti Sprar dedicati alle categorie vulnerabili aumentano molto al Sud.
Alla presentazione del rapporto è intervenuto anche Flavio Zanonato, sindaco di Padova e delegato Anci all’Immigrazione, che definisce l’accoglienza messa a punto dalla Protezione Civile “estremamente variegata, va da un simil Sprar a dei centri di soggiorno provvisorio”. Zanonato richiama la necessità di integrare gli ospiti “I comuni posso continuare a fare la loro parte- dice – ma non si può solo ospitare in attesa non si capisce bene di cosa, bisogna che l’ospitalità, sancita dalla Costituzione, si trasformi in un processo di integrazione. La sfida è quella di spostarci da una situazione di emergenza a una strutturata. Lo Sprar è meno costoso. Ottiene un risultato sociale e sul piano economico, l’emergenza è quella in cui la disponibilità di si deve comprare ed è onerosa”. (rc)