Riccardi al campo rom assaltato “Da Torino e Firenze brutti segni”
“Da Torino e Firenze brutti segni”
Il ministro all’Integrazione alle Vallette: “Non vorremmo che questa crisi si scaricasse sulle persone più deboli”. La Lega lo critica per la visita al campo rom
di DIEGO LONGHIN
“NON disturbo chi non mi vuole”. Il ministro alla Cooperazione internazionale e all’integrazione, Andrea Riccardi, non si è nemmeno presentato davanti alla sede della Lega Nord di largo Saluzzo. Ha passato tutto il pomeriggio a San Salvario, tra la scuola Bay, dove la metà degli alunni sono di origine straniera, e il centro Asai, senza però bussare alla porta del patronato del Carroccio, tappa in un primo momento inserita nel programma di visita. “Non faccio polemiche con nessuno – dice il ministro – io sto andando in giro per visitare il quartiere San Salvario. Dove ci sono esperienze di incontro con la gente e di servizio agli stranieri e agli italiani vado a visitarle, chi non mi vuole non lo vado a disturbare”. E poi ha risposto a queste parole del deputato Davide Cavallotto, quello che aveva ringraziato l’alluvione perché aveva permesso di sgomberare i rom dal Lungostura: “Invece di preoccuparsi che le tensioni di questa crisi non si scarichino sui rom il ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione si vada a scusare con le famiglie che tornando a casa dopo otto ore di lavoro si trovano l’appartamento svaligiato dagli zingari”. E Riccardi: “Non mi sono scusato con i rom, ho visitato un campo perché penso fosse doveroso avendo la delega ai rom”.
Il ministro, dopo la prima tappa di alla Sinagoga, si è diretto alla Continassa, accompagnato dall’assessore Giuliana Tedesco, per verificare con i suoi occhi gli effetti del raid incendiario di sabato scorso dopo la denuncia
da parte di una sedicenne della Vallette di un finto stupro subito da due nomadi. “Quello di sabato è stato un atto di razzismo e questi fatti ci preoccupano. Non vorremmo che in questa crisi nascesse un clima di tensione e che le tensioni si scaricassero sui più deboli e sui più fragili”. Il ministro ha poi aggiunto che il sistema di accoglienza deve cambiare: “Strutture fatiscenti come i campi nomadi non sono più sostenibili”.
Riccardi ha poi incontrato il sindaco, Piero Fassino, ha visitato Porta Palazzo e il Cecchi Point di via Cecchi. “Torino – ha sottolineato il sindaco – è una città sicura e non è il Bronx. Ha un livello di sicurezza analogo a quello delle altri grandi città italiane ma il tema dei rom non può essere affrontato da una città da sola”.
A Fassino rispondono Lega e Pdl. Agostino Ghiglia, vicecordinatore vicario del partito guidato da Alfano, sottolinea che “se la situazione è da emergenza è tutta colpa delle politiche della sinistra”. Nessun riferimento a Riccardi. E la Lega, invece, denuncia l’atteggiamento ipocrita: “Troviamo quantomeno singolare che un ministro visiti, legittimandolo, un campo rom abusivo, e nessuno si ponga la domanda fondamentale: chi ha permesso tutto ciò?”. Non solo. Il governatore del Piemonte, Roberto Cota, non ha incontrato Riccardi. Anzi. A domanda ha risposto: “Riccardi chi?”. Per poi correggersi: “Conosco tanti Riccardi e non so bene ancora tutti i nomi dei ministri”.
Primo vertice in prefettura dopo i fatti di sabato. Tavolo dove si è deciso di rafforzare i controlli e di evitare di dare gli arresti domiciliari nei campi nomadi.
Fonte: torino.repubblica.it