“Qui è peggio che stare in galera” così si vive nel Cie di Bologna
Viaggio nel centro di identificazione ed espulsione di via Mattei. Dove i detenuti sono privati della libertà anche se non hanno commesso reati, e non sanno quando potranno uscire
DI LORENZA PLEUTERI
Gloria ha gli occhi pieni di lacrime trattenute, la voce che si spezza. E la paura, nello sguardo. “Ho il terrore che mi rimandino in Nigeria. Non potrei curarmi. Mi lascerebbero morire, in fretta. Ma anche in questo posto non resisto: ho l’Aids e un fibroma, sono obesa e anemica, la tiroide non funziona bene”. Fadila, invece, non riesce a tenersi. Piange, senza freni. Rischiava che la rispedissero nella terra dove non ha più nulla e più nessuno, in quella che era l’ex Jugoslavia. Tornerà nell’accampamento di Roma dove vivono i genitori, con la speranza di poter vedere i figli che le sono stati tolti ed essere dichiarata apolide. leggi tutto