Ricordo della morte di mons. Oscar Romero Vescovo di San Salvador
“Vengo dal più piccolo paese della lontana America Latina […] Il nostro mondo non è un’astrazione; è un mondo che nella sua immensa maggioranza è formato da uomini e donne poveri e oppressi. Di questo mondo di poveri diciamo che è la chiave per comprendere l’esperienza cristiana […] Gli antichi cristiani dicevano: “La gloria di Dio è l’uomo che vive”. Noi potremmo concretizzare questo dicendo: “La gloria di Dio è il povero che vive”.
Oscar A. Romero, vescovo di San Salvador – Discorso all’Università di Lovanio, Belgio, in occasione del conferimento del Dottorato Honoris Causa in Scienze Umane il 2 febbraio del 1980
DOMENICA 25 MARZO 2012 ORE 10.00 S. MESSA
CHIESA SAN ROCCO – Via San Francesco d’Assisi, 1 – Torino
COMITATO OSCAR ROMERO – COMUNITA’ SAN ROCCOOscar A. Romero, vescovo di San Salvador – scheda biografica
Nato in un piccolo villaggio salvadoregno nel 1917, Oscar A. Romero studia teologia a Roma e lì viene ordinato prete. Tornato in patria, inizia la sua attività pastorale prima come parroco e poi come segretario della conferenza episcopale, vescovo ausiliario, vescovo della cittadina di Santiago de Maria. Nel 1977 diventa vescovo di San Salvador, la capitale. Tutti pensano che sarà un vescovo moderato
e ossequiente all’autorità. Invece Romero è una persona sì di formazione tradizionale, ma molto onesta e capace di ascoltare: così si rende conto della situazione di estrema ingiustizia in cui vive il suo popolo. Il Salvador infatti ha una storia segnata dalla ingiustizia sociale (il 4% della popolazione deteneva i due terzi delle terre coltivate) e da una serie di dittature militari e di governi repressivi. Quando Romero diventa vescovo di San Salvador, il governo sta attuando una feroce difesa dello status quo attraverso l’esercito e le formazioni paramilitari della destra che usano il terrore contro le organizzazioni popolari con il pretesto di “salvare il paese dal comunismo”. Romero inizia a denunciare sistematicamente l’ingiustizia sociale del paese e i soprusi e le violenze fatte dall’esercito. Nella predica della V domenica di Quaresima del 1980 scongiura i soldati dell’esercito di rifiutarsi di uccidere i contadini inermi. Il giorno seguente viene assassinato mentre celebra l’eucarestia.
Passi da vari discorsi e scritti di Mons. Oscar Romero
“Vogliamo essere la voce di chi non ha voce per gridare contro tanta violazione dei diritti umani. Si faccia giustizia, non si lasci che tanti crimini disonorino la patria, l’esercito. Si riconosca chi sono i criminali e si dia il giusto indennizzo alla famiglie che restano derelitte.” Omelia del 20/08/1977
“Anche quando ci chiamano pazzi, anche quando ci chiamano sovversivi, comunisti e tutte le altre qualificazioni con le quali ci definiscono, noi sappiamo che non facciamo altro che predicare la testimonianza sovversiva delle beatitudini, che hanno ribaltato ogni cosa per proclamare beati i poveri, beati gli assetati di giustizia, beati coloro che soffrono.” Omelia del 11/05/1979
“Non ci stanchiamo di denunciare l’idolatria della ricchezza, che fa consistere la vera grandezza dell’uomo nell’avere e dimentica che l’autentica grandezza consiste nell’essere. Non vale l’uomo per ciò che possiede ma per ciò che è” Omelia del 04/11/1979
“Finché i contadini, e gli operai e i loro dirigenti non hanno sicurezza; finché il popolo viene sistematicamente assassinato dalle forze di repressione della giunta, io, che sono un semplice servitore del popolo, non ho nessun diritto di cercare misure di sicurezza. Vi prego di non fraintendermi: non voglio morire, perché so che il popolo non lo vuole, ma non posso tutelare la mia vita come se fosse più importante della loro vita. La più importante è quella dei contadini, degli operai, delle organizzazioni popolari, dei militanti e dei dirigenti, ed essi muoiono tutti i giorni; ogni giorno ne trucidano venti, trenta, quaranta o più ancora. Come potrei adottare delle misure di sicurezza personale? Sì, possono uccidermi; anzi, mi uccideranno, benchè alcuni pensino che sarebbe un grave errore politico; ma lo faranno ugualmente, perché pensano che il popolo sia insorto dietro le pressioni di un vescovo. Ma non è vero: il popolo è pienamente consapevole di chi sono i suoi nemici; e altrettanto conosce bene i propri bisogni e le alternative che si presentano. Se uccidono me, resterà sempre il popolo, il mio popolo. Un popolo non lo si può ammazzare.” Oscar Arnulfo Romero, otto giorni prima del suo assassinio. Da un’intervista rilasciata al domenicano spagnolo Juan Carmelo Garcia
“…Vorrei fare un appello speciale agli uomini dell’esercito, in concreto alla base della Guardia Nazionale, della polizia, delle caserme. Fratelli, siete del nostro stesso popolo, perché uccidete i vostri fratelli campesinos? Davanti all’ordine di uccidere deve prevalere la legge di Dio che dice: non uccidere. Nessun soldato è obbligato a obbedire a un ordine che va contro la legge di Dio. Una legge immorale non ha l’obbligo di essere osservata. È tempo di recuperare la vostra coscienza e di obbedire prima alla vostra coscienza che all’ordine del peccato. La Chiesa, che difende i diritti di Dio, la Legge di Dio, la dignità umana, la persona, non può restare silenziosa davanti a tanta ignominia.
Vogliamo Domenica 25 marzo 2012 – Memoria del martirio di Oscar A. Romero che il Governo comprenda che non contano niente le riforme, se sono tinte di sangue. In nome di Dio, dunque, e in nome di questo popolo sofferente, i cui lamenti salgono fino al cielo ogni giorno più clamorosi, vi supplico, vi scongiuro, vi ordino in nome di Dio: cessi la repressione!” Mons. Oscar Romero, Ultima omelia, 23 marzo 1980
Per approfondire la figura di Romero consigliamo il sito: http://www.mgm.operemissionarie.it/romero/
Una risposta
[…] da Redazione il 19 March 2012 in Notizie e appuntamenti, Pastorale Ricordo della morte di Mons. Oscar Arnulfo Romero Print This Post Invia ad un […]