“Sprechi e violenze nei Cara”: gli operatori denunciano
Promiscuità, tentativi di stupro, marginalità che porta a casi di prostituzione e spaccio e rivolte: situazioni che si sono verificate nei Cara e in altre strutture di accoglienza improvvisate per l’emergenza nord Africa secondo alcuni operatori
ROMA – A Napoli, dall’aprile 2011, 900 ragazzi sbarcati per l’emergenza Nord Africa vivono in alberghi attorno alla stazione centrale. Il Ministero paga per loro 40 euro al giorno di vitto e alloggio, per lasciarli a loro stessi, senza mediazione culturale nè accoglienza linguistica, senza tutela legale nè orientamento alle Commissioni territoriali. Il risultato è che si riversano in Piazza Garibaldi in situazione di grave marginalità e diversi casi sono entrati nel giro della prostituzione e dello spaccio. Lo denuncia Simona Talamo, dell’Associazione Less Onlus di Napoli, intervenuta al seminario “Che cosa bisogna fare per avere un sistema asilo che funzioni?” organizzato dal programma governativo Sprar. “Sono stata contattata da alcuni albergatori particolarmente sensibili e volontariamente mi trovo a svolgere per loro la funzione di call center per orientare i ragazzi verso le commissioni territoriali per l’esame delle domande di asilo. Una funzione per cui certo gli operatori d’albergo non sono competenti!”. La situazione descritta è per Talamo la conseguenza del fatto che “la gestione dell’emergenza è stata affidata alla protezione civile e da questa ceduta alla regione Campania, senza neanche consultare il Comune di Napoli”. “Con la cifra spesa per pagare l’albergo ogni giorno per oltre un anno a quei 900 ragazzi, avremmo potuto programmare un intervento di accoglienza, insegnamento dell’italiano, orientamento legale e inserimento socio-lavorativo per quelle persone”, dice. “Ormai ci sono quotidiani fenomeni rivolta negli alberghi, per l lunghe attese e il non far nulla cui i ragazzi sono costretti”.
Episodi di promiscuità e tentativi di violenza sessuale nei Cara (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo) – grosse strutture localizzate in prossimità dei luoghi di arrivo dei migranti che offrono vitto e alloggio ma nessun servizio di orientamento sociale – sono stati denunciati da Luigi Andreini presidente dell’Associazione “Progetto Accoglienza” di Borgo San Lorenzo in provincia di Firenze. Scarsa risulta anche l’attenzione medica in questo tipo di centri: “Abbiamo avuto il caso di una donna incinta che, nel corso di un trasferimento in treno da un Cara verso un altro centro ha quasi partorito in treno”. Per Andreini, dopo le grandi risorse spese per l’emergenza, è grave non poter garantire un adeguato inserimento agli utenti: “Come spiegare a una donna che ha perso il figlio sotto i bombardamenti Nato in Libia, che dopo un anno di progetti Sprar, i rifugiati che non sono autonomi devono essere rimpatriati?”. (Ludovica Jona)
Fonte: www.redattoresociale.it