I rom e sinti Nella Omelia dell’Arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, per la festa patronale di San Giovanni Battista
“L’invito che rivolgo a tutti è dunque questo: rinnoviamoci nella comunione. Ce lo chiede la Parola di Dio e ce lo chiedono i fratelli più poveri.
Tra le tante «povertà» di cui soffre la città quella dei rom e sinti è una delle più acute e sentite come urgenti. Torino, non certo da sola ma con il doveroso contributo anche finanziario delle istituzioni europee e degli altri enti territoriali, è in grado di affrontare questo antico e grave problema ed eccellere nella messa in atto di un programma organico di integrazione delle popolazioni rom e sinti che vivono oggi in condizioni spesso indegne di una società civile, in «campi» dove crescono la violenza e la delinquenza. Gli stessi nomadi debbono assumersi la responsabilità per la loro promozione sociale, rispettando la legalità e le norme di civile convivenza comuni ad ogni cittadino. La tutela dei loro diritti va di pari passo con i doveri che ne conseguono e questo vale anche per gli abitanti dei quartieri dove dimorano, e degli altri Comuni che ospitano campi. Spazi attrezzati dove sostare e usufruire di servizi essenziali per vivere dignitosamente, abitazioni per coloro che lo desiderano, lavoro, scuola e salute, cura delle loro tradizioni culturali e religiose, sono problemi che solo operando insieme si possono affrontare, nel reciproco rispetto
e accoglienza, superando quelle paure del «diverso» che suscitano avversione e rifiuto. La soluzione non sta dietro l’angolo, ma occorre un programma di interventi strutturali che abbiano il carattere della continuità, della sostenibilità anche sul piano finanziario, perché l’occasionalità o peggio la stagnazione, aggravano di mese in mese il degrado e l’invivibilità sia nei campi che sul territorio. La formazione di operatori e di mediatori culturali aiuta a raggiungere tali obiettivi. Dio che ascolta il grido del povero di certo non resterà sordo all’invocazione di aiuto di quei figli che nel suo nome si impegnano a vivere insieme la giustizia e la carità.”