Istat: gli italiani condannano le discriminazioni verso gli stranieri
Quasi il 90% degli intervistati ritiene ingiustificabile prendere in giro uno studente o trattare meno bene un lavoratore “perché immigrato”. Ma sul lavoro e le case popolari gli italiani devono avere la precedenza
ROMA – Secondo i cittadini in Italia gli immigrati sono discriminati nel trovare lavoro e case in affitto. Le discriminazioni e il razzismo sono condannati dalla maggioranza ma sul lavoro e le case popolari gli italiani devono avere la precedenza. Molti pensano che gli immigrati di oggi si comportino come gli emigranti italiani del passato, ma il 60% considera “diffidente” l’atteggiamento della popolazione verso gli stranieri. È quanto emerge dall’indagine Istat su “I migranti visti dagli italiani”, finanziata dal Dipartimento Pari Opportunità e presentata a Roma. Circa il 60% degli intervistati afferma che nel nostro Paese gli immigrati sono trattati meno bene degli italiani. Solo il 13% ritiene che la popolazione straniera non subisca comportamenti discriminatori. Per il 70%, a parità di capacità e titoli, gli immigrati hanno meno opportunità degli italiani di trovare un lavoro, di ottenere una promozione e di trovare una casa in affitto. Il 10% dei rispondenti pensa che al contrario gli immigrati abbiano più possibilità degli italiani di trovare lavoro, una quota che l’Istat definisce “contenuta, ma non irrilevante”. È “veramente residuale” la percentuale di chi ritiene che abbiano più possibilità di affittare casa (4%) o ottenere una promozione (2%).
Da queste risposte consegue che l’80% degli intervistati considera difficile per un immigrato l’inserimento nella nostra società, il 2% lo ritiene impossibile e solo il 17% facile. Il 42% vede le stesse difficoltà di integrazione per uomini e donne. Il restante 60% delle risposte è sostanzialmente diviso a metà fra chi crede che per le donne immigrate sia ancora più complicato inserirsi in Italia e chi le vede, al contrario, facilitate.
A fronte di un contesto percepito come discriminatorio e lontano dal garantire pari opportunità agli immigrati, si rileva un generalizzato giudizio di condanna dei comportamenti discriminatori. Quasi il 90% delle risposte ritiene ingiustificabile prendere in giro uno studente o trattare meno bene un lavoratore “perché immigrato”. Il 72% condanna chi non assume un dipendente con le qualifiche richieste e il 63% chi non dà in affitto una casa a qualcuno perché straniero. Tuttavia, la scelta di non affittare un appartamento agli immigrati o di non assumere un dipendente perché immigrato sono molto o abbastanza giustificabili rispettivamente per il 16% e il 10% degli intervistati.
Gli italiani riconoscono che gli immigrati non hanno le stesse opportunità degli italiani e lo considerano negativo ma quando si affronta il problema dell’ accesso al lavoro o dell’assegnazione delle case popolari è diffusa l’opinione che gli italiani debbano avere la precedenza. La maggioranza (55,3%) degli intervistati ha risposto di essere d’accordo con l’affermazione “nell’attribuzione degli alloggi popolari, a parità di requisiti, gli immigrati dovrebbero essere inseriti nella graduatoria dopo gli italiani”. E poco meno della metà del campione (49%) si dichiara d’accordo con l’affermazione “in condizione di scarsità di lavoro, i datori di lavoro dovrebbero dare la precedenza agli italiani” rispetto agli immigrati.
L’atteggiamento che i rispondenti ritengono proprio degli italiani nei confronti degli immigrati è prevalentemente descritto come diffidente (60%), quando non apertamente ostile (7%) o indifferente (16%). Solo il 17% pensa che gli italiani siano amichevoli e comprensivi nei confronti degli immigrati. La tendenza ad essere sospettosi e maldisposti non è però unilaterale, dal momento che anche l’atteggiamento degli immigrati nei confronti degli italiani è prevalentemente descritto come diffidente (53%), indifferente (20%) o apertamente ostile (10%). Solo il 16% giudica, invece, l’atteggiamento degli immigrati nei confronti degli italiani positivamente, riconoscendolo come amichevole e comprensivo.
Non ci sono differenze fra il comportamento gli immigrati di oggi e quello degli italiani che in passato hanno lasciato il nostro Paese per andare all’estero per il 55% degli intervistati. Più di un terzo (38%) ritiene che gli italiani si comportassero meglio, e solo un residuale 5% attribuisce comportamenti migliori agli immigrati di oggi. Anche il trattamento riservato ai migranti nei paesi di accoglienza è più o meno lo stesso per il 52% dei rispondenti. Tuttavia un intervistato su 3 (39%) ritiene che gli italiani fossero trattati peggio di quanto non lo siano oggi gli immigrati in Italia. Solo il 12% esprime un parere contrario e ritiene che gli emigrati italiani siano stati trattati meglio.
Fonte: www.redattoresociale.it