Sanatoria, il ”mercato nero” delle domande preoccupa il Naga
”Punto debole” la documentazione da presentare per dimostrare la presenza in Italia dal 31 dicembre 2011. ”Ci dicono che è possibile comprare queste carte”
MILANO – Comincia la prima fase della sanatoria, tra dubbi e incertezze. Da oggi i datori di lavoro possono versare sui moduli F24 contrassegnati dai codici “Redu” e “Resu” i mille euro necessari per cominciare la pratica. Il Naga, l’associazione che presta assistenza sanitaria e legale gratuita agli stranieri di Milano, già all’inizio di agosto aveva scritto una lettera al Ministero dell’Interno con 30 domande sulla sanatoria. Ad oggi, non c’è stato nessun chiarimento.
Il timore maggiore è per la documentazione da presentare per dimostrare la propria presenza in Italia a partire dal 31 dicembre 2011. Al Naga, come nei sindacati, i volontari hanno un presentimento: “Sarà il punto debole di quest’anno – dice Nadia Bovino, dello sportello informativo – . Abbiamo già sentito persone che sostengono di sapere che è possibile comprare queste carte”. Il mercato nero delle domande, a quanto raccontano i migranti, è già cominciato.
“Durante la fase di domanda, il ministero farà più chiarezza, è sempre successo così con le sanatorie – prosegue Bovino -. I punti spinosi vengono riparati da circolari strada facendo”. Certo che i precedenti non sono a favore di questa regolarizzazione. Nella sanatoria del 1998, ad esempio, compariva una norma simile a quella inserita nel decreto 109 riguardo i documenti da presentare a riprova del proprio soggiorno in Italia. “Ci sono stati una valanga di contenziosi, alcuni risolti solo dopo anni”, ricorda Nadia Bovino. Dal ministero, però, si rivendica la ratio della norma: evitare che ci sia un improvviso flusso di immigrati dagli altri Paesi europei in Italia, per ottenere il tanto agognato permesso di soggiorno. “Questa giustificazione rischia di diventare un boomerang”, incalza Bovino.
Martedì 11 settembre, dalle 9, il Naga organizzerà un’assemblea pubblica per aggiornare datori di lavoro e dipendenti sulle ultime novità. L’associazione prevede il pienone, vista l’affluenza che c’è già stata al primo incontro, il 31 luglio. I volontari allo sportello percepiscono molta confusione tra i lavoratori: “In molti hanno la ‘sindrome da click day’: pensano di dover essere tra i primi a fare domanda, il 15 settembre”. Il rischio è che compilino male i documenti o non si accorgano di non avere i requisiti. E i soldi versati non vengono rimborsati dallo Stato.
Con la sanatoria colf e badanti del 2009, agli sportelli Naga s’è visto di tutto: ricevute, appuntamenti in Prefetture inesistenti, nomi di datori di lavoro inventati. Per questo, il Naga suggerisce ai migranti di rivolgersi ai patronati: “In questo modo, si è certi che la domanda venga spedita ed è possibile, quando si vuole, monitorare la situazione della propria procedura: “Chi spedisce materialmente la domanda è l’unico ad avere la password per verificare a che punto è”, conclude Bovino. (Lorenzo Bagnoli)
Fonte: www.redattoresociale.it