Immigrazione. Una risorsa anticrisi. Fondazione Moressa
Sono oltre 2 milioni i lavoratori stranieri nel nostro Paese, pari al 9,8% degli occupati. Gli immigrati guadagnano meno degli italiani e quindi fanno ancora piu’ fatica ad arrivare alla fine del mese, ma fra loro, al contrario degli itaaliani, cresce il numero di imprenditori.
Pagano le tasse e quindi danno una mano all’economia italiana: i contribuenti nati all’estero (compresi quelli nati in Paesi come Francia e Svizzera ma con cittadinanza italiana) sono in tutto 3,4 milioni e dichiarano al fisco quasi 42 miliardi di euro, vale a dire l’8,2% di tutti i contribuenti e il 5,3% del reddito complesivo dichiarato in Italia. Sempre nel 2010 hanno anche pagato 6,2 miliardi di Irpef.
Secondo il Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione della Fondazione Leone Moressa, questi numeri stanno a dimostrare che gli stranieri sono una ‘risorsa e non un problema, soprattutto in questi tempi di crisi’. Una crisi che gli immigrati stanno pagando piu’ di tutti, con un tasso di disoccupazione cresciuto dall’8,5% del 2008 al 12,1% del 2011, retribuzioni inferiori in media di oltre 300 euro al mese rispetto ai lavoratori italiani e con il 42,2% delle famiglie straniere che vivono al di sotto della soglia di poverta’ (quelle italiane sono il 12,6%). Sono solo alcuni dei dati raccolti nel Rapporto 2012 sull’economia dell’immigrazione realizzato dall’ istituto di ricerca nato per inziativa della Cgia di Mestre, e patrocinato dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni e dal Ministero degli Affari Esteri. I dati raccolti vanno anche in controtendenza rispetto alla reazione di fronte alla crisi: a fine 2011, infatti, il numero degli imprenditori nati all’estero con un’attivita’ in proprio in Italia erano circa 412 mila, pari ad un aumento del 5,6% rispetto al 2010 e addirittura il 36% in piu’ rispetto al 2006.
Esattamente il contrario di quello che succede fra gli imprenditori italiani, che fra il 2006 e il 2010 sono diminuiti del 6,8% e che in un solo un anno (2010-2011) sono calati dell’ 1,4%.
‘Le potenzialita’ di ripresa e di sviluppo fornite dal contributo degli stranieri all’economia possono rivelarsi fondamentali per uscire da questo difficile periodo – ha sottolineato il direttore dell’Ufficio per il Mediterraneo dell’Oim Jose’ Angel Oropeza commentando i dati del Rapporto presentato oggi a Ca’ Foscari nel corso del convegno ‘L’immigrazione in tempo di crisi’ – Se da una parte l’impatto positivo della migrazione sull’economia viene ormai ampiamente riconosciuto, il tema della percezione dei migranti non ha purtroppo registrato grandi passi avanti. E l’Italia in questo non fa eccezione’.
Degli oltre 2 milioni di stranieri occupati, circa l’87% sono lavoratori dipendenti inquadrati come operai con bassa qualifica professionale in piccole e micro-imprese, soprattutto nel terziario (51,5%). Tra il 2008 e il 2010 il tasso di disoccupazione e’ aumentato del 3,5% e 310 mila immigrati sono rimasti senza lavoro (un nuovo disoccupato su tre e’ di origini straniere). Le maggiori difficolta’ economiche spesso non consentono alle famiglie straniere ne’ di sostenere una spesa imprevista di qualche centinaia di euro, ne’ di concedersi una sola settimana di ferie: il 53,6% infatti non puo’ permettersi neppure quella (contro il 39,2% delle famiglie italiane).
Eppure, nonostante il periodo di crisi, ‘nessuno puo’ negare il contributo che gli immigrati hanno dato e danno all’Italia’: ‘I governi scelgano cosa fare – ha concluso Oropeza – e decidano se adottare una politica di chiusura o, come suggeriamo noi, di promuovere invece un politica di apertura riconoscendo i migranti come componenti essenziali per la piena ripresa dalla crisi’.
Fonte: immigrazione.aduc.it
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