Sui profughi del Nord Africa cresce la tensione. Ieri un gruppo ha protestato violentemente alla Questura di Napoli, 20 poliziotti feriti.
In Campania sono 1.250 quelli che aspettano l’esito della domanda di asilo o del ricorso.
Rabbia, esasperazione, mancanza di certezze: da tempo in molti denunciavano le condizioni dei profughi nordafricani in attesa della protezione internazionale. Un limbo che per molti dura da quasi quattro anni e che spesso, in molte aree del Paese, si svolge in strutture fatiscenti gestite da imprese senza scrupoli, come denunciato dal dossier di Save the Children e da un’inchiesta del settimanale L’Espresso. Una bomba a orologeria che ieri a Napoli, purtroppo, è iniziata a esplodere.
È di venti poliziotti feriti il bilancio dell’irruzione compiuta da una trentina di immigrati del Mali nei locali dell’Ufficio immigrazione della Questura di Napoli in via Galileo Ferraris.
I migranti, ospitati in una struttura alberghiera di Melito, avevano fatto richiesta alla Prefettura per ricevere protezione internazionale. Una istanza che, però, è stata rigettata e per la quale i cittadini nordafricani sono in attesa dell’esito di un ricorso. Proprio per ricevere risposte sulla vicenda, gli immigrati si sono recati presso gli uffici di via Galileo Ferraris dove, però, sono stati invitati ad allontanarsi dopo aver inscenato un sit in di protesta. I cittadini del Mali, infatti, desideravano ottenere risposte circa la loro domanda di asilo politico. Secondo quanto ricostruito dai poliziotti, gli immigrati hanno approfittato di un momento di distrazione per irrompere nell’ingresso e nel salone degli uffici. A quel punto si sono sviluppati episodi di tensione provocando il ferimento di 17 poliziotti dell’Ufficio immigrazione, di due agenti del vicino commissariato di Vicaria Mercato e di un collega del Nop. Il tutto mentre erano in attesa di veder sbrigate le proprie pratiche circa 200 persone tra cui donne e bambini. Nella concitazione è stata anche danneggiata un’auto di servizio e soltanto con l’arrivo del reparto mobile si è riusciti a far spostare – secondo quanto riferito dalla Questura – gli immigrati sul marciapiede di fronte l’ufficio.
I trenta manifestanti fanno parte di un gruppo di 1.250 richiedenti protezione internazionale che sono ospitati in diverse strutture del napoletano approdati in Italia nell’ambito della cosiddetta “emergenza Nord Africa”. Qualora l’esito della loro richiesta di rifugiati politici fosse rigettata anche in appello, gli immigrati sarebbero costretti a rimpatriare. Una volta tornata la calma sono stati cinque i cittadini del Mali fermati e rinchiusi nelle camere di sicurezza in attesa del rito per direttissima che si celebrerà oggi.
Nei loro confronti vengono contestati i reati di interruzione di pubblico servizio, invasione di edificio aggravata, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate e danneggiamento aggravato.