politica vecchia che non riconosce i diritti fondamentali (dei migranti e dei rifugiati)
L’intervento di don Fredo Olivero, Ufficio Pastorale Migranti Torino nella presentazione del Dossier Statistico immigrazione 2012
Cari amici, cari fratelli immigrati
Credo che il titolo NON SONO NUMERI, rifletta la richiesta di umanità nel nostro sguardo sull’immigrazione,
Su questo altri interventi cui aiuteranno a capire .
La nostra città conta al 1.10.2012 – 139.218 cittadini residenti di cittadinanza non italiana(52058 maschi,56999 femmine di cui 30161 minori di 18 anni) ; ci dice che rappresentano il 15% con cui conviviamo ogni giorno ,persone con oltre 150 lingue e culture diverse.
Passo alla lettura della gestione del fenomeno con una sola domanda:
LA POLITICA E’ ADEGUATA? RICONOSCE I DIRITTI FONDAMENTALI?
Quando venne confermato il 12.2.2011 ( con Decreto del Presidente del Consiglio) “lo stato di emergenza per fronteggiare l’eccezionale flusso di immigrati nel territorio italiano”, il governo confermò la doppia legislazione sugli immigrati e sui rifugiati. Quella normale per 5 milioni ridotta a pochi fondi e poche proposte,e quella eccezionale per 62.000 rifugiati.
La gestione dei fondi è ormai, in primo luogo, delegata all’emergenza strutturale gestita dalla protezione civile con la gestione dei parcheggi (diventati alberghi, campi, baraccopoli, ecc.) per i richiedenti rifugio (oggi 20.000 ospitati senza prospettive).
Da quel momento circa € 1.300.000,00 sono stati stanzianti per i richiedenti rifugio, mentre regioni e comuni hanno perso o ritardato i loro fondi per l’accoglienza e l’integrazione, considerata valida solo a parole, nei convegni pubblici (e in UE).
Voglio riprendere le parole di Mons. Perego (Direttore Migrantes Nazionale) di 10 giorni fa alla presentazione del libro “Siamo tutti migranti, la convivenza possibile” (De Luca, ed. Paoline). “C’è un mondo dell’immigrazione fatto di oltre 5 milioni di persone, che ha cambiato i nostri luoghi quotidiani: la famiglia con i matrimoni misti, la scuola con l’aumento di alunni stranieri, le città con le continue richieste di cittadinanza e la chiesa con un milione di cattolici che provengono da 178 società diverse. Ma questa Italia che sta cambiando non è stata ancora riconosciuta da una politica che è ancora vecchia politica, che non riconosce i diritti fondamentale come quello del voto”.I diritti vengono considerati concessioni benevole,che si danno quando ci fa comodo,ma non sono legate alla persona.
Su questo vorrei ricordare due categorie locali dove i nodi sono irrisolti:
- il diritti dei rifugiati alla residenza, che la Città di Torino continua a rimandare
- la situazione ed il progetto dei Rom di Lungostura Lazio e Via Tazzoli e dell’intera città.
Ci vuole il coraggio politico di considerare l’immigrazione fatto strutturale (oltre 5 milioni i regolari, 2.500.000 i lavoratori, 900.000 nella scuola ….).
Lo Stato, il governo comincino a fare informazione e intervenire sulla vita, la cultura, il lavoro, la scuola, la salute dei 5 milioni di migranti oggi ridotti dai midia a “clandestini” (e non persone) ,quasi sempre nella cronaca nera, ad “ospiti” dei CIE, strutture di costrizione che segnano le persone e rivelano la nostra incapacità di accogliere, interagire, considerarle uomini e donne con pari dignità a noi.
Nella crisi e oltre ci è richiesta una politica coraggiosa che mette in atto non solo gli allontanamenti dal territorio ,ma anche l’accoglienza dei fratelli,soprattutto localmente ,come richiediamo per gli oltre 4 milioni di italiani all’estero,di cui ci ricordiamo solo alla vigilia elettorale.
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