Concessioni di nazionalità agli stranieri: Italia al 19° posto nell’Ue
I dati Eurostat. Con appena 14 concessioni di nazionalità ogni 1000 stranieri residenti, l’Italia si posiziona molto in basso, al 19° posto, dopo la Grecia e allo stesso livello della Spagna
BRUXELLES – Oltre 810 mila persone hanno acquisito la cittadinanza di uno Stato membro dell’Ue nel 2010, un fenomeno in lenta ma costante crescita da oltre un decennio: 776 mila nel 2009, 735 mila nel 2006, 722 mila nel 2005, 647 mila nel 2003, 483 mila nel 1998. Questi nuovi concittadini provengono innazitutto da paesi non europei, ma anche da altri paesi europei non comunitari o da un altro stato membro dell’Ue. Questi alcuni dei dati sull’acquisizione della nazionalità diffusi ieri da Eurostat, l’Istituto statistico della Comunità europea.
L’acquisizione della cittadinanza nel paese di residenza è un fenomeno che riguarda non soltanto i migranti in senso stretto, ma anche i loro discendenti nati nel paese d’accoglienza. In numerosi Stati membri, infatti, la nazionalità di un bambino è determinata dalla nazionalità dei suoi genitori piuttosto che dal suo luogo di nascita.
Il più grande numero di nazionalità è stato acquisito dai cittadini provenienti dal Marocco (67 mila persone), Turquie (49.900), Equador (45.200), India (34.700) e Colombia (27.500). In Italia, sono soprattutto i cittadini di Marocco, Albania, Romania e Perù ad aver acquisito la nazionalità italiana. Gli italiani figurano inoltre al secondo posto, come cittadini stranieri aventi ottenuto la cittadinanza di un altro stato, in Belgio, Lussemburgo e Svizzera, e al terzo posto in Slovenia.
Tenendo conto della popolazione totale di ciascuno Stato, le nuove concessioni nazionalità riguardano 1,6 abitanti su 1000, un dato in leggero aumento rispetto agli anni precedenti, ma soltanto a causa dell’oggettivo aumento della presenza di cittadini stranieri, e quindi di domande di nazioalità. Considerando infatti le concessioni di nazionalità in rapporto al numero di stranieri residenti, il dato complessivo dell’UE27 resta basso e tende a diminuire: soltanto 24 stranieri su 1000 hanno infatti potuto ottenere nel 2012 la nazionalità del paese di residenza. Il fenomeno assume connotati profondamente differenti tra un paese e l’altro.
Rispetto alla popolazione nazionale, il numero più elevato di nazionalità accordate è stato registrato in Lussemburgo (8,6 concessioni di nazionalità per 1000 abitanti), in Svezia (3,5) e in Belgio (3,2). In Svizzera, che ricordiamo non fa parte dell’Ue, il rapporto è stato di 5 concessioni di nazionalità ogni 1000 abitanti. L’Italia si situa soltanto al 18° posto della graduatoria, con appena 1,1 concessioni di nazionalità per 1000 abitanti, ben al di sotto della media dell’UE, che è di 2,4.
Mettendo invece in relazione il numero di concessioni di nazionalità in un determinato paese con la quantità di stranieri lì residenti, le più alte concentrazioni di nuove concessioni si registrano in Portogallo (56 per 1000 residenti stranieri), Polonia (50), Svezia (49), Regno Unito (46). Sembra si sia arrestato anche il fenomeno di “accoglienza” che si era registrato gli scorsi anni in alcuni paesi “nuovi paesi” come Slovenia, Slovacchia, Lettonia e Ungheria dove i tssi di concessione di nazionalità erano più elevati della media dell’Unione europea. Con appena 14 concessioni di nazionalità ogni 1000 stranieri residenti, l’Italia si posiziona molto in basso, al 19° posto, dopo la Grecia e allo stesso livello della Spagna. Dopo di noi, con un tasso inferiore a 1 per 1000, soltanto Austria, Slovacchia, Lituania, Lettonia e repubblica Ceca .
Fonte: www.redattoresociale.it