Assistenti familiari, per lo Stato un risparmio di 45 miliardi
Indagine Centro studi Idos e Fondazione Unicredit. Un contributo fondamentale che, però, a breve potrebbe entrare in crisi a causa del momento difficile delle famiglie italiane
ROMA – Un risparmio per lo Stato di circa 45 miliardi, un costo per le famiglie di 9 miliardi, un mancato aggravio delle strutture pubbliche (che per far fronte alla spesa avrebbero dovuto sborsare circa lo 0,59 per cento del Pil). È questo il contributo in termini economici degli assistenti familiari stranieri nel nostro paese. Un contributo fondamentale al welfare familiare che, però, a breve potrebbe entrare in crisi a causa del momento difficile delle famiglie italiane. Lo sottolinea Renato Marinaro della Caritas che ha curato per Idos e Unicredit foundation il dossier sull’assistenza familiare in Italia, presentato oggi a Roma (vedi lanci precedenti). “Con l’invecchiamento costante della popolazione c’è il rischio che aumenti il carico di cura all’interno delle famiglie. E che queste, a causa della crisi non possano più riuscire a far fronte alla situazione se non hanno un reddito sicuro – afferma Marinaro – . Il costo mensile per il contratto più i contributi versati a una badante oscilla sui mille euro, e non tutti con la situazione economica che il paese sta vivendo, potranno più permetterselo. Questo produrrà a catena un costo per lo Stato, per ora i cosi dell’assistenza ricadono in gran parte sulle spalle delle famiglie”.
Anche per il responsabile del centro studi e ricerche Idos, Franco Pittau, “una migliore qualità del ‘welfare familiare’ migliora la qualità della vita della comunità, ma può anche aiutare a contenere i costi pubblici sia per le cure, sia per l’assistenza, in particolare delle persone anziane”. Nel rapporto vengono riportati i dati altre indagini che evidenziano come se in Italia non ci fossero le assistenti familiari lo Stato dovrebbe investire 45 miliardi per assicurare un servizio analogo. Nel rapporto vengono riportati i dati di altre indagini che evidenziano come, se in Italia non ci fossero le assistenti familiari, lo Stato dovrebbe investire 45 miliardi per assicurare un servizio analogo. L’organizzazione “Badandum” del Pio albergo Trivulzio di Milano ha poi stimato che le badanti sono costate nel 2010 nove miliardi alle famiglie (appena un miliardo in meno della spesa sostenuta dallo Stato per l’indennità di accompagnamento), consentendo un notevole risparmio alle strutture pubbliche, pari allo 0,59 per cento del Pil, una cifra su cui concorda anche il rapporto Inrca (Istituto nazionale ricovero e cura anziani).
Tra i dati della ricerca si evidenzia come la maggior parti delle assistenti familiari straniere riesca a risparmiare anche i 4/5 dello stipendio, ma in poche pensano di investire in Italia. Il denaro guadagnato viene spedito, nella maggioranza dei casi, nei paesi di origine per mantenere la famiglia. “Da alcuni anni abbiamo pensato a un supporto per i nuovi cittadini attraverso l’Agenzia Tu – sottolinea Roberto Nicastro direttore generale di Unicredit – offriamo un servizio di mediazione culturale per far sì che capiscano come utilizzare il conto bancario. Gli immigrati sono un segmento fondamentale della nostra società – aggiunge – come dimostra la nomina del ministro dell’Integrazione”.
Fonte: www.redattoresociale.it