Amburgo respinge 300 profughi e accusa: pagati dall’Italia per venire in Germania
BERLINO – Centinaia di profughi africani sono approdati ad Amburgo dopo che le istituzioni italiane, violando gli accordi europei, li hanno spinti a proseguire il viaggio «in cambio di danaro e permessi di soggiorno». Lo scrive l’agenzia tedesca a Dpa, citando enti addetti all’immigrazione della città-stato tedesca.
Il caso. «Circa 300 persone, provenienti da Libia, Gana e Togo sono finite nella città anseatica, nonostante dovessero essere accudite in Italia», scrive l’agenzia. I profughi hanno ottenuto 500 euro per proseguire il loro viaggio, scrive Spiegel on line citando il ministero dell’Interno federale. Diversi profughi rimarrebbero, in Germania, senzatetto, perché non avrebbero diritto ad alcun sostegno nel Paese: non avrebbero infatti alcun permesso di lavoro, e nessun diritto alle prestazioni sociali locali, ha spiegato Il senatore dell’SPD Detlef Scheele. «Sarebbe irresponsabile dar loro false speranze, il viaggio di ritorno è l’unica opzione», ha commentato.
L’Italia: norme rispettate. I permessi di soggiorno dati a stranieri che poi si sono trasferiti in Germania sono stati rilasciati «a seguito dell’esame della singola posizione, caso per caso, conformemente alla normativa comunitaria». Lo precisa il Viminale, in merito alle polemiche scoppiate oggi in Germania.
«Ovviamente – sottolinea il ministero dell’Interno – qualora lo straniero sia in possesso di un valido permesso di soggiorno e siano soddisfatti i requisiti d’ingresso e soggiorno previsti dall’art.5 della convenzione Schengen, lo straniero può circolare e può rimanere nel territorio tedesco, come nel territorio di uno degli Stati membri, per un periodo di tre mesi, trascorsi i quali le autorità tedesche devono rinviarlo in Italia».
Il Viminale fa sapere poi che lo scorso 17 maggio si è tenuta a Berlino la prima riunione della task-force italo-tedesca in materia di immigrazione ed asilo. Da parte italiana sono state illustrate le iniziative assunte a seguito della cessazione dell’emergenza Nord Africa, avvenuta il 31 dicembre 2012. In quell’occasione, è stato assicurato che continua l’accoglienza per i soggetti vulnerabili e per coloro che sono in attesa dell’esame della loro posizione; agli aventi diritto è stato rilasciato il permesso di soggiorno a seconda della forma di protezione internazionale riconosciuta e il documento di viaggio, nel rispetto della normativa vigente; sono stati avviati percorsi di reinserimento socio-lavorativo per facilitare l’integrazione ed è stato inoltre deciso di corrispondere la somma forfettaria di 500 euro per contribuire alle spese di prima necessità e a supporto di un percorso di integrazione in Italia. Per questa misura, sottolinea il ministero, sono stati utilizzati esclusivamente fondi nazionali; sono state infine poste in essere misure di rimpatrio assistito.