In un’Italia sempre più multireligiosa, tra gli immigrati prevalgono i cristiani.
Studio della presenza straniera contenuto nel vademecum “Religioni, dialogo, integrazione”, realizzato dal Ministero dell’interno per venire incontro alle esigenze di confronto e dialogo.
La maggior parte degli stranieri residenti in Italia è di religione cattolica, un numero consistente (32 per cento) è costituito dai musulmani, che negli ultimi due decenni hanno fatto registrare una diminuzione in termini percentuali (-5 punti) ma sono in aumento anche i fedeli di religioni diverse. Quello presente nel nostro Paese è ormai un panorama multireligioso che si sta progressivamente accentuando: su un numero complessivo di cinque milioni di stranieri, infatti, 2,702 milioni sono quelli di religione cristiana; 1,651 milioni i musulmani; 297 mila i fedeli delle cosiddette tradizioni religiose orientali; 51 mila gli immigrati riconducibili a religioni tradizionali e 310 mila gli ebrei, atei, agnostici etc.
È quanto emerge da uno studio del Centro studi e ricerche Idos (stima al 31 dicembre 2011) contenuto nel progetto Religioni, dialogo, integrazione, un vero e proprio vademecum a cura del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’interno, finanziato dal Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di paesi terzi (Fei).
Lo studio sottolinea che “l’incidenza dei cristiani, superando la metà del totale mostra quanto sia improprio in Italia agitare lo spettro di un’invasione di persone di diversa religione”: mentre i musulmani sono un terzo (32,9%) e i fedeli di tradizioni religiose orientali (induisti, buddhisti e altri) poco più di un ventesimo (5,9%).
Per quanto riguarda le appartenenze religiose degli immigrati regolarmente presenti gli ortodossi provengono soprattutto da Romania, Ucraina, Moldavia, Macedonia e Albania. I cattolici da Filippine, Polonia, Ecuador, Perù, Albania, Romania, Macedonia, Brasile, Francia, Repubblica Dominicana, Croazia e Colombia; i protestanti da Romania, Germania, Regno Unito, Ghana, Nigeria, Perù, Filippine e Brasile. Mentre i musulmani da Marocco, Albania, Tunisia, Senegal, Pakistan, Bangladesh, Macedonia, Algeria e Kosovo.
“Questo variegato panorama multi-religioso, che si è venuto progressivamente accentuando in Italia a seguito dell’immigrazione, è lo specchio dello spiccato policentrismo che caratterizza le origini nazionali dei migranti presenti, che nonostante il recente protagonismo assunto dall’area est-europea, vengono da tutti i continenti e da pressoché tutti i Paesi del mondo: fino a qualche decennio fa era difficile immaginare un panorama religioso così diversificato – sottolineano i curatori del progetto – la globalizzazione religiosa, accentuata dall’immigrazione, è ormai un fattore strutturale anche in Italia”.
Proprio per venire incontro alle esigenze di dialogo tra religioni diverse è nato il vademecum Religioni, dialogo, integrazione: un testo – lo presentano gli autori – che vuole essere uno “strumento utile per interpretare le criticità evidenziate sul territorio, promuovere la capacità di incontro e di scambio tra diversità e a migliorare il dialogo interreligioso e interculturale”. L’iniziativa è nata anche per diffondere il tema della libertà di religione e di culto e per offrire un quadro del pluralismo religioso in Italia e consentire una lettura ed una comprensione del fenomeno. Sotto il profilo istituzionale, il progetto ha rivitalizzato la funzione dei Consigli territoriali, soprattutto per quanto riguarda i Tavoli di dialogo interreligioso.
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Fonte: www.immigrazioneoggi.it