Centro Astalli Trento si costituisce parte civile in un processo per diffamazione razziale ai danni della Kyenge.
“Riteniamo che non sia più possibile lasciare spazio agli insulti razzisti che quotidianamente vengono rivolti alla ministra Kyenge da agitatori dell’intolleranza presenti nelle istituzioni, di diverso livello, del nostro Paese. Queste aggressioni verbali, in genere mascherate da inqualificabili battute di spirito, altro non sono che atti premeditati di violenza razzista, che fanno riferimento all’odioso stereotipo coloniale dell’uomo-scimmia, rivolto agli africani. Questa infame incultura ha evidentemente ispirato Paolo Serafini, consigliere circoscrizionale del Comune di Trento, che ha invitato la ministra a dimettersi e a tornare nella giungla”.
Con queste motivazioni spiegate in un comunicato stampa diffuso oggi i Consigli direttivi del Centro Astalli Trento onlus e di ATAS onlus hanno deciso di costituirsi parte civile nel processo che vede indagato Paolo Serafini, consigliere circoscrizionale del Comune di Trento, per diffamazione ispirata a finalità di discriminazione razziale.
Le associazioni che da anni operano sul territorio per il rispetto dei diritti umani, in favore di rifugiati e immigrati hanno deciso di non rimanere in silenzio e scagliarsi contro questo grave atto discriminatorio.
“Questi insulti non possono essere minimizzati a battute di spirito, nemmeno di cattivo gusto, né possono essere elevati ad espressioni di libero pensiero perché non esprimono nessun pensiero: sono invece atti violenza razzista che offendono non solo i cittadini stranieri, ma la stessa comunità trentina che certamente per storia, cultura e tradizioni in alcun modo può essere accomunata a queste manifestazioni di inciviltà”.