Percorsi degli africani in Europa: una mostra a New York
Fonte: metropoli-online
NEW YORK – “They won’t budge”, cioè non si muoveranno, non se ne andranno. È il titolo della mostra fotografica inaugurata il 22 aprile alla New York University – Studi sugli immigrati africani in Europa. Il nome deriva da “We won’t budge”, una canzone del cantante maliano albino Salif Keita. La mostra raccoglie oltre cento fotografie e video che raccontano storie e percorsi degli africani in Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Repubblica Ceca. Il materiale è raccolto in sei sezioni: passaggi, lavoro, sfide, religione, luoghi e ritratti. Le immagini catturano attimi della vita di uomini e donne, vecchi e giovani, in salute e disabili, cristiani evangelici, copti e musulmani muridi, mentre cercano il loro spazio nell’Europa postcoloniale. Alcune immagini sulle chiese evangeliche ghanesi nel Nordest sono state pubblicate anche su Metropoli.
«In generale, gli immigrati della diaspora africana mostrano di avere moltissime risorse, sono determinati e flessibili, sperano e sopravvivono in contesti che hanno bisogno del loro lavoro ma che spesso mal sopportano la loro presenza», spiegano i curatori della mostra, il direttore del Programma di studi africani, Awam Amkpa, la ricercatrice italiana Annalisa Butticci e Madala Hilaire. E continuano: «Diversamente dai loro predecessori, che sono emigrati in Europa per studiare, oggi gli africani affrontano grandissimi rischi per andare a lavorare nelle fabbriche e nei campi in Europa. Sono loro a essere diventati oggetto di studio».
Gli autori sono fotografi, giornalisti, attivisti dei diritti umani da tutta Europa, tra cui lo spagnolo Juan Medina, il portoghese Alfredo Muňoz de Oliveira, gli italiani Francesco Cocco, Angelo Aprile, Elisa Cozzarini, Marco Ambrosi, Matteo Danesin, Aldo Sodoma e Stefano Renna. Inoltre alcune foto sono dell’agenzia Fotogramma di Milano e AGNfoto di Napoli. La mostra resterà aperta fino al 30 giugno allo Schomburg Center for Research in Black Culture nella New York Library, 135th Street e Lenox Avenue.
(23 aprile 2009)