RIFUGIATI – lineamenti di politica
La crisi in Siria, la situazione in Egitto, l’instabilità del quadro politico medio-orientale e la prospettiva di nuove guerre mettono all’ordine del giorno le questioni relative agli arrivi di immigrati e rifugiati in Italia.
Tra la fine del 2012 e l’inizio di questo 2013 viveva in Italia circa 64.800 rifugiati, una cifra che colloca il nostro Paese al sesto posto tra i Paesi europei, dopo Germania (589.700), Francia (217.900), Regno Unito (149.800), Svezia (92.900) ed Olanda (74.600). Su scala internazionale, alla fine del 2012 il numero di rifugiati e sfollati interni nel mondo ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi 18 anni: 45,1 milioni di persone, contro i 43,5 milioni di fine 2011.
L’Italia ha fatto la scelta di affidare gli sfollati del Nord Africa, fatti diventare “richiedenti rifugio”, alla Protezione Civile ed oggi il Governo si è pentito ed ha chiuso questo “parcheggio” durato 18 mesi.
Ma gli oltre 100.000 arrivati da Tunisia, Libia, Egitto, Ghana, Somalia e Sudan sono ancora qui e quelli che hanno trovato lavoro sono meno del 10%, con costi incredibili (almeno € 27.000,00 a testa).
Occorre quindi passare dalla progettualità attuale, insufficiente e disorganica, ad un reale sistema di accoglienza per tutti i richiedenti asilo e rifugiati.
Per noi accoglienza vuol dire in senso trasversale, sia locale che regionale che nazionale, un percorso non assistenzialista, il cui obiettivo è di accompagnare le persone non solo durante la fase della domanda d’asilo, ma anche nel loro percorso di inserimento socio-lavorativo, in Italia o in altri paesi europei.
Un percorso nel quale viene data alla persone la possibilità di decidere il più possibile in modo autonomo rispetto all’abitazione, al cibo, al lavoro, all’utilizzo del pocket money a partire dai propri desideri, capacità, progettualità.
Occorre quindi mettere in atto alcune azioni positive:
- istituire un tavolo nazionale che unisca le competenze dei Ministeri dell’Interno, del Lavoro, della Sanità e del Welfare assieme a quelle del Ministero delle Pari Opportunità, per creare sinergie tra i sistemi dell’asilo e della tratta; a questo tavolo nazionale devono sedere anche i rappresentanti di ANCI, API e delle Associazioni ed altri Enti che si occupano di migrazione, rifugio e tratta.
- prevedere una programmazione seria, che parta dall’analisi dei flussi, definisca un numero congruo di posti sia per i richiedenti asilo che per le persone a cui si riconosce una protezione internazionale e coinvolga le amministrazioni locali per realizzare una reale accoglienza decentrata su tutto il territorio nazionale.
- mettere il sistema di accoglienza in rete con il sistema sanitario e con gli strumenti di integrazione, formazione, inserimento al lavoro già presenti sul territorio.
- definire linee guida uniformi su tutto il territorio nazionale per l’esigibilità dei diritti, come per esempio le condizioni, le modalità e i tempi massimi per la procedura di riconoscimento del diritto di asilo, per il riconoscimento della residenza, per l’ iscrizione effettiva al sistema sanitario nazionale
- favorire la creazione e l’aggiornamento di strumenti di sensibilizzazione, informazione e formazione che forniscano linee guida chiare in merito a tratta, asilo, regole di mobilità legale in Europa.
- individuare una procedura e buone pratiche per il riconoscimento dell’età dei minori.
- favorire il ripensamento del Regolamento di Dublino. L’obiettivo è quello di porre fine alle interpretazioni arbitrarie e discriminatorie delle norme vigenti, spesso addirittura in violazione delle leggi, con la consapevolezza che questo avrà della ricadute sul nostro sistema di welfare.
Don Fredo Olivero
Fonte: Confronti & incontri