Infortuni, nemmeno un caso tra i lavoratori cinesi
Rapporto Inail Lombardia. Gli occupati marocchini, albanesi ed egiziani i più esposti al rischio: sono le comunità che hanno il più alto numero di infortuni e di morti sul lavoro. Per le donne straniere è ancora l’ambiente di lavoro la prima causa di infortunio
MILANO – Sugli infortuni occorsi ai lavoratori stranieri resistono ancora molti punti di domanda. Il ‘più evidente riguarda gli occupati cinesi: nessuno di loro ha mai segnalato casi di incidenti all’Inail in tutto il 2012. È quanto emerge alla presentazione del Rapporto annuale regionale dell’Istituto per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Un silenzio che dimostra ancora quanto sia difficile per l’Inail rompere il tabù legato alla sicurezza sul lavoro nella comunità cinese.
Tra gli stranieri, la maggior parte delle segnalazioni proviene da occupati marocchini (12,5 per cento), romeni (12,2 per cento) e albanesi (8,2 per cento). In tutto, le segnalazioni dei lavoratori immigrati sono circa un quinto del totale, mentre i casi mortali sono 33, il 28 per cento. Il 21 per cento dei casi di mortalità ha riguardato lavoratori albanesi, stessa percentuale per i romeni, al terzo posto gli egiziani, vittime del 9 per cento degli infortuni mortali.
Per le donne straniere è ancora l’ambiente di lavoro la prima causa di infortunio: vale per il 76 per cento dei casi, 5 punti percentuali in più delle donne italiane. “È il segno che ancora le donne straniere sono impiegate in attività a rischio”, commenta Antonio Traficante, direttore regionale di Inail Lombardia. I lavoratori stranieri sono i più colpiti dalla crisi dell’occupazione lombarda: dai 25 mila impiegati del 2011 si è passati a poco meno di 23 mila.
Fonte: www.redattoresociale.it