I piccoli Immigrati perdono la loro casa
Mancano i fondi, l’Asai rischia di chiudere la sede storica
Di Maria Teresa Martinengo
Torino: Hassan scappato dalla guerra e dalla miseria dell’Afghanistan ha l8 anni: ha lavorato in Pakistan e poi in Iran, per un anno metendo insieme il denaro per tentare il viaggio verso l’Europa. Dall’Iran è passato in Turchia e poi, a costo di molte sofferenze, in Grecia. Si è nascosto sotto un camion e si è imbarcato per l’Italia: per 48 ore è rimasto legato sotto il camion, senza mangiare ne bere, fino à Bari. Da li attraverso Roma è giunto a Torino dove ha trovato l’aiuto di alcuni connazionali, del’Ufficio Minori del Comune e dell’Assi, che ha iniziato a frequentare con regolarità. Ora Hassa si sta ricostruendo una vita ha frequentato corsi di Italiano, lavora come saldatore con una borsa-lavoro. Nei tempo libero gioca a calcio. Ha un permesso di soggiorno e tanti sogni.
La storia di Hassan è una delle tante incontrate dall’Asai (Associazione Animazione Interculturale) che offre opportunità aggregative e formative ai ragazzi fuggiti dall’Afghanistan, ma anche a centinaia e centinaia di figli di immigrati di ogni nazionalità nei quartieri a rischio di Torino. Il nome dell’associazione – oggi attiva anche a Porta Palazzo, in Barriera è a San Donato – dal 1995 è legato a San Salvarlo, dove l’esperienza di «oratorio laico» è nata. Lì e negli altri territori dove è presente ha un ruolo importante e riconosciuto nel promuovere l’integrazione dei giovanissimi, ma non solo. Alcune cifre che ne descrivono la vastità dell’impegno sono riassunte nel grafico. Ma, tutto questo lavoro silenzioso di assistenza nei compiti, di coinvolgimento di attività sportive, di orientamento al lavoro, affidato a un esercito dl 272 volontari e a un gruppo di educatori professionali, rischia di entrare in crisi.
Da anni centinaia di ragazzini hanno trovato un posto per giocare e studiare
«Dal prossimo anno potrebbero chiudere le due sedi principali: lo storico centro di via Sant’Anselmo – spiega il presidente dell’Asai, Sergio Durando – e lo Sportello Lavoro di via San Pio V, dove dieci volontari offrono servizi e corsi di formazione a 1900 persone. La situazione è critica a causa dei tagli ai finanziamenti da parte della Circoscrizione 8, del Comune e della Compagnia di San Paolo. Pèr il 2009, infatti, da parte della Compagnia arriveranno 60 mila euro, al posto dei 155 mila del 2008. E si tratta. di risorse che sostengono anche le attività di Barriera di Milano e Porta Palazzo. Non solo. La Circoscrizione 8 taglierà i 30 mila euro per lo Sportello lavoro. Restano invece i 18 mila della Provincia».
Spicca, sui tanti, il doppio problema della sede di San Salvario. «Non potremo più sostenere l’affitto di via Sant’Anselmo – aggiunge Sera Picco, una dei responsabili dell’Assi – che per altro è del tutto inadeguata alle esigenze e al numero dei ragazzi». Tanto inadeguata che non ci si sta tutti…
È recente la multa inflitta dai vigili all’associazione, rea di aver sistemato sul marciapiede il calcetto per far giocare i più grandi, mentre all’interno i bambini erano impegnati nel doposcuola. Basta entrare un attimo, in un giorno qualsiasi, per rendersi conto dell’affollamento ma anche dello straordinario lavoro di prevenzione che l’Assi svolge, per verificare come i volontari – insegnanti e professionisti in pensione, madri di famiglia – siano punto di riferimento per bambini e adolescenti che i genitori non potrebbero seguire nella vita scolastica e nel tempo libero.