Migranti, 80mila i bimbi nati in Italia da genitori stranieri
Presentato il Rapporto 2013 di Caritas e Migrantes che fotografa la situazione degli immigrati in Italia. Dal 2011 al 2012 leggera ripresa dei matrimoni in cui uno o entrambi gli sposi sono di origine straniera (30.724 nozze). Nel mondo oltre 232 milioni di persone hanno lasciato la loro casa nel 2013
di VLADIMIRO POLCHI
ROMA – Quante persone hanno lasciato il proprio Paese nel 2012? Tante, oltre 232 milioni (cioè più del 3% della popolazione mondiale). È un flusso inarrestabile, che continua a scorrere. Nel 2000 erano state “solo” 175 milioni. È uno dei dati globali citati dal Rapporto Immigrazione 2013 di Caritas e Migrantes, che analizza ogni anno la situazione dell’immigrazione in Italia e che è stato presentato oggi a Roma.
I nuovi italiani. All’inizio del 2013 risiedevano in Italia 59.685.227 persone, di cui 4.387.721 (7,4%) di cittadinanza straniera. La popolazione straniera residente è aumentata di oltre 334mila unità (+8,2% rispetto all’anno precedente). L’incremento registrato negli anni è dovuto principalmente all’apporto alla natalità dato dalle donne straniere. Quanto alle provenienze, l’immagine che si ottiene all’inizio del 2013 è simile a quella degli ultimi anni: tra gli stranieri i cittadini romeni sono la principale collettività con un numero che si avvicina al milione di residenti, pari al 21% del totale. Gli altri cittadini comunitari, invece, hanno percentuali molto più basse che non superano il 2,4% della Polonia. Quindi, in Italia ogni 10 cittadini stranieri residenti circa 3 sono comunitari.
Matrimoni misti e culle. Dal 2011 al 2012 si è registrata una leggera ripresa dei matrimoni in cui uno o entrambi gli sposi sono di origine straniera (pari a 30.724 nozze). Anche i nati da entrambi i genitori stranieri sono aumentati nel 2012 raggiungendo quasi le 80mila unità (il 15% del totale delle nascite in Italia). Se poi a questi si aggiungono i figli nati da coppie miste, si arriva a poco più di 107mila nati da almeno un genitore straniero (il 20,1% del totale delle nascite nel 2012). E soprattutto su questa popolazione che in prospettiva, ruota il dibattito sullo Ius soli e la cittadinanza.
Stranieri e crimini. Quanto gli stranieri incidono sulla criminalità? “Gli stranieri occupano nella criminalità – si legge nel Rapporto – posizioni di prevalente manovalanza commettendo i reati meno remunerativi, ma più visibili; si tratta, per lo più, di una devianza ricollegata alla precarietà delle condizioni di vita; la maggior parte delle azioni criminose commesse da stranieri appartiene alla sfera della criminalità diffusa, quella che si sviluppa in strada, nei luoghi pubblici o all’aperto; gli stranieri sono anche sottoposti a un maggiore controllo delle forze dell’ordine e ciò porta a una loro significativa incidenza fra le persone denunciate”.
Le denunce. “Al 1.1.2013 si registra una tendenza all’incremento tutto sommato contenuto sia fra le denunce ascritte agli stranieri (276.640 nel 2011), che tra il numero dei detenuti (23.000)”.
I Cie. Per la gestione dei centri lo Stato destina non meno di 55 milioni di euro l’anno, mentre per la gestione di tutto l’apparato relativo al trattenimento e all’allontanamento dei cittadini stranieri irregolari ha speso, tra il 2005 e il 2012, oltre un miliardo di euro (fonte Lunaria). Su 169.126 persone internate nei centri tra il 1998 e il 2012, sono state soltanto 78.081 (il 46,2% del totale) quelle effettivamente rimpatriate. In compenso, i costi sono molto alti: per fare qualche esempio, la gestione dei servizi nel Cie di Ponte Galeria a Roma per tre anni è stata appaltata per 18 milioni di euro complessivi; 15 milioni sempre per tre anni era l’appalto del Cie e del Cara di Gradisca d’Isonzo.
Fonte: http://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2014/01/30/news/migrazioni_oltre_232_milioni_di_persone_hanno_lasciato_la_loro_casa_nel_2013-77243053/