Immigrazione, la Svizzera spaventa la Ue. Merkel e Bonino: problema preoccupante
Il testo sull’immigrazione chiedeva l’introduzione di tetti massimi e contingenti annuali per tutti gli stranieri. Bocciato invece il quesito sull’aborto
Bruxelles, 10 febbraio 2014 – La vittoria del sì (50,3%) al referendum in Svizzera sull’iniziativa dell’estrema destra di porre dei tetti all’immigrazione e di rinegoziare i trattati sulla libera circolazione con l’Unione europea è “preoccupante”.
Lo ha detto il ministro degli Esteri Emma Bonino, al suo arrivo alla Rappresentanza permanente della Francia presso l’Ue, prima del Consiglio Affari Esteri a Bruxelles. “Ne parleremo in Consiglio”, ha aggiunto il ministro.
Gli effetti del referendum “saranno valutati dal governo anche in termini quantitativi”. Lo ha indicato la ministra degli esteri Emma Bonino: “è preoccupante sia per quanto riguarda l’Italia, ma anche per gli altri accordi con la Ue”. Tra gli accordi in discussione con l’Italia c’è quello fiscale.
PORTAVOCE MERKEL: REFERENDUM SOLLEVA NOTEVOLI PROBLEMI – Il risultato del referendum in Svizzera solleva ‘’notevoli problemi’’ secondo Berlino. ‘’Il governo tedesco rispetta l’esito del referendum – ha detto oggi il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert – ma dal nostro punto di vista solleva problemi notevoli’’. A questo punto “si dovranno tirare le conseguenze politiche e giuridiche” con l’Ue, ha detto Seibert. “Nostro interesse – ha sottolineato il portavoce – deve anche essere mantenere il rapporto fra Ue e Svizzera più stretto possibile”.
Il governo tedesco esclude che vi possa essere un referendum sull’immigrazione, analogo a quello promosso in Svizzera, in Germania. “Questo non è un tema per il governo tedesco”, ha risposto il portavoce di Angela Merkel Steffen Seibert, alla domanda di un giornalista nella consueta conferenza stampa di governo del lunedì. “Non è intenzione del governo tedesco prefiggersi cambiamenti in materia in questa legislatura”, ha aggiunto.
FABIUS, FRANCIA: BRUTTA NOTIZIA – Il voto della Svizzera sull’immigrazione è una “brutta notizia” per l’Europa. Lo ha detto stamattina il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius.
UE: PARTE MALE ACCORDO ISTITUZIONALE CON LA SVIZZERA – Sta alla Svizzera decidere ora “che conseguenze avrà il voto di ieri” ma da parte Ue la prima conseguenza potrebbe vedersi già mercoledì, giorno in cui è fissata la firma dell’accordo istituzionale Ue-Svizzera per l’adattamento dell’aquis svizzero a quello Ue: “Non parte sotto buoni auspici”, ha detto oggi la portavoce del presidente della Commissione Ue.
LA STAMPA SVIZZERA S’INTERROGA – I cittadini svizzeri hanno detto “sì” ieri, con una risicata magioranza del 50,3%, a una limitazione dell’immigrazione e a una revisione degli accordi sulla libera circolazione con l’Ue. La Commissione europea si è detta subito “rammaricata” per l’esito del voto e ha messo in guardia che “esaminerà le implicazioni di questa iniziativa sull’insieme delle relazioni tra Ue e Svizzera”. Il referendum, intitolato “contro l’immigrazione di massa”, è stato organizzato su iniziativa del partito Udc, estrema destra elvetica e primo partito alle ultime elezioni, che da sempre fa campagna contro “l’invasione” degli stranieri, in particolare dopo l’adesione della Svizzera al trattato di libera circolazione in Europa a partire dal 2002.
23MILA FRONTALIERI VARESINI – Secondo gli ultimi dati ufficiali – disponibili su OsserVa, portale statistico della Camera di Commercio di Varese – i varesini che dalla zona di confine giornalmente si spostano nel Canton Ticino per lavoro hanno superato quota 23mila, con una prevalenza della componente maschile (circa 14mila) su quella femminile. Si tratta del numero più alto tra i frontalieri italiani in Canton Ticino (42,3%), seguiti dai comaschi (40%) e, più distanti, dagli abitanti della provincia del Verbano-Cusio-Ossola (9,1%).
Considerando il dato complessivo dei circa 60mila frontalieri operativi oltreconfine, è particolarmente accentuata la crescita nel terziario: sulla base dell’analisi dell’Ufficio di Statistica del Canton Ticino, l’avanzata nel settore dei servizi è stata così impetuosa da vederne triplicare il numero (passato da 10.327 unità nel IV trimestre ‘99 a 30.285 nel IV ‘12) a fronte di un aumento – seppur consistente (da 16.007 a 24.007 unità), ma relativamente più contenuto – nelle attività secondarie. A fine anni ‘90 il 60,3% dei frontalieri era attivo nel secondario (tra attività manifatturiere e costruzioni), il 38,8% nel terziario e lo 0,8% nel primario. In virtù della maggior crescita dei frontalieri nel terziario, tredici anni più tardi la quota del secondario è scesa al 44,6% e quella del terziario è salita al 54,5%, mentre nel primario è aumentata solo leggermente allo 0,9%.
SALVINI: SOLO L’ITALIA VA CONTROMANO – “Quando i cittadini scelgono, bisogna sempre rispettare la loro decisione. La Svizzera fa quello che sta facendo mezzo mondo: l’Australia usa la sua marina militare per respingere i barconi, la Spagna ha respinto un migliaio di clandestini, la Svizzera dice ‘diamo un posto di lavoro prima agli svizzeri’. L’Italia va invece contromano, quindi il voto svizzero ha tutta la mia solidarietà e il mio appoggio”. Lo ha dichiarato Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, intervenendo a Tgcom24. “Il problema degli svizzeri – ha aggiunto – non sono i frontalieri, ma un altro tipo di immigrazione. Bruxelles si preoccupa quando i cittadini votano: è chiaro che l’Unione europea, così come è costruita, salta, perchè è costruita sulle banche e sulla finanza”.
COTA: INCONTRO SUBITO CON LETTA – “Occorre rispetto, anche perché si sta parlando di onesti e regolari lavoratori. Insieme al Governatore Maroni chiederemo al più presto un incontro sul tema col presidente Letta”. Con queste parole il presidente della regione Piemonte Roberto Cota interviene sulla questione dei lavoratori frontalieri piemontesi in Svizzera.
MARONI: GARANTIRE LIBERA CIRCOLAZIONE, SEMMAI IN ITALIA SERVONO ZONE FRANCHE – “Penso che una delle questioni sia quella fiscale, noi abbiamo una pressione elevatissima che induce molti a cercare lavoro in Svizzera, quindi, come per la carta sconto benzina, voglio chiedere al governo istituire regioni franche” nelle aree di confine “per diminuire la pressione fiscale” e consentire “al mondo delle imprese più possibilità di assumere”. Lo ha detto il governatore Roberto Maroni alla Radio Svizzera italiana in merito al referendum sull’immigrazione approvato nel paese elvetico e particolarmente sentito per i frontalieri lombardi. “Bisogna trovare misure per evitare concorrenza sleale e territoriale”, ha detto Maroni spiegando che affronterà il tema con il premier Enrico Letta. Il presidente della Regione ha però sottolineato che “il principio della libera circolazione deve essere garantito tra di noi, diverso è il caso dell’immigrazione clandestina che va impedita”. E in merito al referendum, Maroni aggiunge: “Vorrei che si facesse anche da noi per sentire il popolo sovrano perché chi governa deve fare i conti con la realtà che cambia ma ci sono anche i principi come quello della libera circolazione delle persone”.
BORGHEZIO: LEZIONE DEMOCRATICA DALLA SVIZZERA – “La Svizzera ha dato una grande lezione di democrazia all’Unione Europea facendo decidere direttamente ai cittadini elvetici con un referendum su una questione di interesse generale qual è il problema dell’immigrazione”. E’ quanto afferma in una nota l’europarlamentare leghista Mario Borghezio. “A Bruxelles, invece, ci hanno imposto le loro scelte, dall’austerity all’euro senza mai permetterci di dire la nostra con un referendum. E questa la chiamano democrazia”.
MARINE LE PEN: BUON SENSO SVIZZERO – La leader del Fronte Nazionale, Marine Le Pen, ha lanciato un appello ai francesi affinché seguano l’esempio della Svizzera, dopo la vittoria del sì al referendum anti-immigrazione. “Gli svizzeri danno prova di grande buon senso”, ha esultato Marine Le Pen, intervistata da Radio Europe 1. “Del resto, mi piacerebbe che si potesse seguire l’esempio e penso che se ci fosse un referendum in Francia sullo stesso tema, i francesi voterebbero largamente per lo stop all’immigrazione di massa”, ha aggiunto.
Fonte: qn.quotidiano.net