GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO: “Ascoltare di più e accogliere”
“Il destino di milioni di uomini e donne in fuga da guerre, persecuzioni e miseria in tutte le parti del mondo assume spesso la forma di lunghi viaggi compiuti in condizioni estreme, a rischio della vita e in molti casi nelle mani di criminali. Lungo le rotte di questi viaggi si mescolano vicende diverse, accomunate dalla ricerca di una vita dignitosa in condizioni di sicurezza. Ad aspettare le persone in fuga sono spesso, invece, ostilità, diffidenza, ulteriore violenza, scarsa capacità di ascolto e accoglienza da parte delle istituzioni dei Paesi d’approdo”. Don Fredo Olivero, direttore regionale in Piemonte e diocesano a Torino della pastorale per i migranti, illustra alla MISNA il ‘Quaderno su rifugiati e richiedenti asilo’ che si appresta a pubblicare e che presenterà domani a un convegno organizzato a Torino in occasione della giornata del rifugiato. “Rifugiati e richiedenti asilo – prosegue don Fredo – sono i più sfortunati tra gli immigrati perché non hanno la possibilità di tornare indietro; sono in fuga da guerre, violenze, torture, fame e povertà e non da qualche giorno. Gli afghani che lasciano il loro paese, lo fanno che sono ancora minorenni e raggiungono l’Italia solo dopo tre-quattro anni di marcia disperata passando per l’Iran, la Turchia, la Grecia; nel loro percorso sono sfruttati, schiavizzati, subiscono violenze; una volta in Italia, il loro primo pensiero è quello di avere un lavoro e una casa e di mettersi in qualche modo in contatto con la famiglia lasciata in Afghanistan. Nessuno di questi tre desideri è facile da esaudire e non tutti e tre potranno esserlo”. La colpa, dice don Fredo, è anche di politiche miopi, populiste e sostanzialmente inutili rispetto all’obiettivo che si prefiggono ovvero di bloccare questo flusso. “Se guardo ai respingimenti in mare – continua – vedo un accanimento contro poche centinaia di persone, quando sappiamo tutti che la stragrande maggioranza degli immigrati irregolari entra in Italia via terra, spesso con visti turistici; in questo modo si mette ulteriormente a rischio la vita di persone in fuga da guerre e povertà senza dare loro la possibilità di una vita diversa cui avrebbero diritto”. Secondo il direttore della pastorale per i migranti, le leggi attualmente in discussione in parlamento vanno in direzione di una restrizione in materia di immigrazione e di richiedenti asilo, ma avranno solo l’effetto di peggiorare le condizioni di queste persone non di impedirne l’ingresso nel paese: “Chi fugge da un conflitto armato, da una situazione insostenibile anche se respinto non può far altro che continuare a provare perché spesso l’alternativa è la morte”. Una legge di natura – quella della sopravvivenza – che altre leggi difficilmente possono contrastare. “La verità – conclude don Fredo – è un’altra: invece che su politiche di respingimento, dovremmo lavorare su politiche di accoglienza; dovremmo spendere i soldi in iniziative di integrazione e non in centri di identificazione ed espulsione; e i nostri politici dovrebbero ascoltare con più attenzione gli inviti e le raccomandazioni dell’Unione Europea”. (A cura di Gianfranco Belgrano)