“Pacchetto sicurezza” Al Senato, diritti negati e denunce
Fonte: www.misna.org
Discriminatorio e razzista ma anche illegale, perché in violazione dei principi e delle norme della Costituzione: a condannare il pacchetto sicurezza, che già oggi potrebbe essere approvato dal parlamento in via definitiva, sono organizzazioni della società civile, sindacati e partiti politici. Netta la presa di posizione della Cgil, di poco successiva all’annuncio del governo che sul disegno di legge sarà posta la fiducia. Secondo il responsabile dell’ufficio immigrazione della Cgil, Pietro Soldini, il “pacchetto sicurezza” contiene norme “vessatorie, discriminatorie e razziste”. Il dirigente della Cgil denuncia in particolare la previsione di un reato di immigrazione “clandestina”, una misura “che segna una preoccupante involuzione nella nostra civiltà giuridica”. In una nota, la Cgil ricorda le tante proteste della società civile contro il disegno di legge. “In questi mesi – evidenzia Soldini – ci sono state forti contestazioni sul ddl da parte del sindacato, delle associazioni e di molte categorie professionali, pesantemente coinvolte: medici, insegnanti, forze dell’ordine, magistrati e giudici di pace, oltre che da parte dell’opposizione in parlamento e anche importanti distinguo da parte di deputati della maggioranza, fino ad arrivare a un pronunciamento del Consiglio superiore della magistratura che mette in rilievo diversi profili d’incostituzionalità di queste norme”. Già approvato dalla Camera dei deputati, il “pacchetto sicurezza” potrebbe essere sottoposto al voto finale dei senatori già domani. Ad alimentare le proteste della società civile non è solo il nuovo reato di “clandestinità”, ma anche l’estensione da due a sei mesi del periodo massimo di soggiorno nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie) e le norme che legano l’accesso a una serie di servizi pubblici essenziali alla presentazione di un permesso di soggiorno. Queste ultime disposizioni, lesive di diritti fondamentali come lo studio o la salute, hanno spinto a mobilitarsi insegnanti, medici e magistrati. A prendere posizione, però, sono anche gli organismi del mondo cattolico. “Siamo preoccupati – sottolineano le Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli) – per le misure restrittive e punitive che il disegno di legge introduce nei confronti dei cittadini immigrati, andando ad agire nella sfera dei diritti fondamentali e della dignità umana: il matrimonio, la salute, la scuola”.[VG]