“Pacchetto sicurezza”: da intellettuali a sindacati, denunce e appelli
Fonte: www.misna.org
Dal nord al sud, laici e cattolici, sindacalisti e intellettuali, associazioni e semplici cittadini: assomiglia a un fiume in piena la protesta contro il “pacchetto sicurezza”, un testo di legge che istituisce il reato di “clandestinità” e spalanca nuovi spazi a lavoro nero e sfruttamento. Netta la posizione della Chiesa cattolica che con monsignor Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti, prevede che le nuove norme porteranno “dolori e difficoltà per persone che, già per il fatto di essere irregolari, si trovano in una situazione di precarietà”. Incostituzionale e discriminatorio sono gli aggettivi utilizzati più spesso da sindacati, intellettuali e associazioni impegnate nella difesa dei diritti umani. “Il ‘pacchetto sicurezza’ – sostiene la segreteria confederale della Cgil – si dimostra vessatorio e razzista: l’introduzione del reato di clandestinità, oltre a essere una vera assurdità giuridica, obbliga i medici alla denuncia e condanna gli immigrati alla clandestinità”. Un rischio denunciato anche da molte organizzazioni non governative (ong), come Amnesty International. “Nel timore di essere denunciati con conseguenze di rilievo penale – sottolinea l’ong – i migranti saranno indotti a sottrarsi al contatto con tutti gli uffici pubblici, in qualunque ambito, piombando così in un’allarmante situazione di mancato accesso ai servizi e di compromissione dei loro diritti umani”. Le nuove norme che legano l’accesso a una serie di servizi pubblici essenziali alla presentazione di un permesso di soggiorno, sottolineano associazioni e sindacati, mettono a rischio il diritto alle cure mediche e all’istruzione, ma anche la possibilità di registrare i figli o denunciare alla polizia i reati subiti. “Neanche il fascismo era arrivato a questo punto” sostengono gli intellettuali autori di un appello che sarà pubblicato sulla rivista Micromega. “Agitando il pretesto della sicurezza – scrivono fra gli altri Dario Fo, Franca Rame, Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dania Maraini e Moni Ovadia – il governo ha imposto al parlamento, di cui ha il pieno controllo, l’adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali”.[VG]