500 euro per la regolarizzazione delle badanti
Fonte: www.cinformi.it
questa è l’ipotesi su cui sta lavorando il governo
Per Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro, è una “regolarizzazione selettiva”, mentre per Roberto Maroni, ministro dell’Interno, è una “emersione del lavoro domestico in nero”. Comunque sia, per “sanare” le situazioni delle assistenti familiari, delle quali si è tanto parlato in questi giorni causa il “pacchetto sicurezza”, ci vorranno 500 euro per ogni posizione denunciata. La procedura dovrebbe essere simile a quella adottata per la straordinaria regolarizzazione del 2002, sempre promossa dal governo Berlusconi con i ministri Maroni (al lavoro) e Scajola (all’interno) sostituito in quel periodo da Pisanu. Questa è l’ipotesi sui cui pare stiano lavorando i tecnici dei ministeri del Lavoro e dell’Interno. La procedura di “emersione da lavoro domestico in nero” dovrebbe riguardare sia le lavoratrici comunitarie che quelle straniere. In questo ultimo caso naturalmente significherebbe anche “sanare” la posizione della regolarità del soggiorno, motivo per cui nei fatti viene proposta questa cosiddetta “regolarizzazione selettiva”.
Secondo alcune indiscrezioni, al fine della regolarizzazione delle lavoratrici straniere (quelle extracomunitarie per intenderci) il datore di lavoro dovrebbe dichiarare che sono occupate almeno 3 mesi prima dell’entrata in vigore della legge. L’emersione da “lavoro nero” riguarda esclusivamente l’attività di assistenza al datore di lavoro stesso o ai componenti della propria famiglia affetti da patologie o handicap che ne limitano l’autosufficienza, ovvero lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare. A seguire la “sanatoria” delle lavoratrici extracomunitarie che sono impiegate in nero nell’assistenza familiare senza permesso di soggiorno dovrebbero essere l’Inps, la Direzione provinciale del lavoro e la Questura. Sempre secondo indiscrezioni la regolarizzazione dovrebbe avvenire nel mese di settembre. Naturalmente è necessario che la proposta di legge venga prima approvata dal Parlamento.