Immigrazione, “razzismo istituzionale”
Un comunicato molto forte contro la prefettura di Brescia e la gestione dell’ufficio immigrazione. Nella giornata di mercoledì 28 gennaio, l’associazione bresciana Cross-Point, in una nota stampa, ha ampiamente criticato le scelte dell’ufficio ptefettizio, accusato di razzismo istituzionale.
“Questa mattina”, si legge nel testo, “era fissato (da tempo) un incontro tra i rappresentanti dell’Associazione Cross-Point e il dirigente dello Sportello Unico per l’Immigrazione (Sui), dott. Giacomino, per chiedere chiarimenti relativi sui dati forniti dalla Prefettura, che non trovano riscontro da quanto osserviamo durante le nostre attività in difesa dei diritti e della dignità dei/delle migranti”.
“Quello che incontriamo” ha spiegato l’associazione “è però un atteggiamento assolutamente indisponente, se non arrogante, e di netta chiusura. Avremmo voluto affrontare questioni urgenti come i rigetti palesemente illegittimi delle domande di sanatoria. E chiedere la riapertura delle pratiche “in sede di autotutela”, cioè senza obbligo di ricorso, senza spese per nessuno, così da evitare ingenti spese legali per i ricorrenti e per la Prefettura. Ma la risposta che abbiamo avuto è stata secca: non abbiamo tempo! Infatti paga la collettività, abbiamo aggiunto. Soldi pubblici buttati, che in una situazione di grave crisi economica potrebbero essere spesi per sostenere le tante persone che oggi sono in difficoltà e che si sentono rispondere dalle istituzioni: ‘Spiacenti, non ci sono risorse’“.
Anche in questo caso, continua il comunicato, “la Prefettura di Brescia si è distinta a livello nazionale, come del resto per l’esorbitante numero di rigetti, per il disprezzo mostrato nei confronti di chi paga più duramente il prezzo della crisi, della precarietà e della clandestinità. Che l’emergenza dei permessi di soggiorno, in particolare legati alla procedure di emersione 2012, non sia finita l’abbiamo detto, denunciato, ripetuto. Che la situazione agli uffici del Sui della Prefettura sia estremamente lesiva dei diritti e della dignità deidelle migranti è cosa risaputa. Che i dati forniti, a mezzo stampa, dalla Prefetta di Brescia non trovano riscontro in quanto raccolto e testimoniato da varie associazioni e organizzazioni sociali l’abbiamo denunciato con la presentazione di vari casi e testimonianze. Per non dire degli episodi di discriminazione e discrezionalità nelle modalità di accesso e di funzionamento degli uffici del Sui che sono all’ordine del giorno”.
“Anche questa mattina”, conclude la nota, “abbiamo purtroppo verificato una situazione inaccettabile, e cioè l’impossibilità, comunicata dal dirigente, di presentare le integrazioni della documentazione necessaria per il proseguimento della pratica, documentazione richiesta dalla stessa Prefettura, per la quale vengono dati 10 giorni di tempo, pena la chiusura con rigetto della pratica. Alle proteste dei presenti non è stata data alcuna risposta. Un altro giorno di lavoro buttato. Zitti e via! Da oggi è così, l’unica spiegazione. Una situazione tuttavia durata poco. Infatti dopo solo un’ora è cambiata: le integrazioni si accettano. Chi ha preso per buone le indicazioni del dirigente se ne è andato, chi non gli ha creduto è stato premiato. Fino a quando ci chiediamo e chiediamo a tutte le associazioni, organizzazioni sociali, istituzioni pubbliche si è disposti a tollerare questo che non è altro che una forma di razzismo istituzionale ? Fino a quando durerà questa gestione della Prefettura di Brescia, unica in Italia ad aver gettato di nuovo nel girone infernale della clandestinità migliaia di migranti?”.
Fonte: www.quibrescia.it