A dieci mesi dalla morte di Abba, “perché non succeda più”
Fonte: www.misna.org
[Dopo la condanna di ieri in primo grado di Fausto e Daniele Cristofoli – padre e figlio – che lo scorso 14 Settembre uccisero a Milano Abdoul Guibre, un ragazzo di 19 anni originario del Burkina Faso ‘colpevole’ di aver commesso una bravata e di avere la pelle nera, ecco la replica di un articolo dello scorso 18 Settembre dal titolo “Ricordando Abba: anche con un corteo e una montagna di fiori”. Abba era il diminutivo con cui Abdoul veniva chiamato dagli amici]
Un minuto di silenzio e una montagna di fiori che continua a crescere di ora in ora: è il segno più evidente lasciato dal corteo organizzato dal Coordinamento dei collettivi studenteschi per ricordare Abdul William Guibre ‘Abba’, il ragazzo originario del Burkina Faso ucciso domenica scorsa a sprangate a Milano. Davanti al bar ‘Shining’, luogo dell’omicidio nei dintorni della stazione centrale, gli studenti hanno anche lasciato una scritta: “Abba vive. Stop razzismo”. Durante il corteo ci sono stati attimi di tensione con la polizia municipale intervenuta in alcuni casi per calmare gli animi dei circa 300 partecipanti. Una dimostrazione di piazza seguita a quelle dei giorni scorsi che quasi spontaneamente stanno accompagnando l’iter processuale che vede sul banco degli accusati i due proprietari – padre e figlio – del bar Fausto e Daniele Cristofoli. Il corteo di oggi, partito in mattinata da Largo Cairoli ha lasciato dietro di sé scritte di vario tipo come ‘Abba vive’ e si è concluso dopo qualche ora alla stazione centrale con gli studenti che intonavano cori di saluto dedicati alla vittima e indossavano magliette con la foto di Abba stampata sopra. Intanto, mentre si attende l’esito dell’autopsia e le immagini di tre telecamere che hanno ripreso la scena dell’omicidio, la sorella di Abba, intervenuta al corteo, ha chiesto a eventuali testimoni di farsi avanti e salutando i partecipanti ha aggiunto: “Dobbiamo combattere ancora perché non succeda più, perché l’Italia è troppo indietro”.