Per i minori immigrati la qualità della vita è più bassa dei coetanei europei.
Fonte: www.immigrazioneoggi.it
Una ricerca dell’Unicef dimostra che per i figli degli immigrati ci sono difficoltà dovute alla scarsa conoscenza della lingua del paese di accoglienza ed alle difficili condizioni socio-economiche.
La qualità della vita dei minori immigrati è generalmente peggiore di quella dei bambini europei, un fenomeno più accentuato in Italia paese dove l’immigrazione – pur numericamente consistente – è ancora relativamente recente.
Sono le anticipazioni dell’agenzia Redattore Sociale di una ricerca sui minori migranti condotta dall’Unicef che sarà presentata ufficialmente il prossimo autunno.
In Europa il 7% dei bambini è figlio di genitori immigrati. La percentuale sale all’11% se si considerano i figli di immigrati che sono nati in Italia. Gli studi hanno evidenziato come i bambini e i giovani nelle famiglie immigrate nei paesi ricchi soffrano, con poche eccezioni, una condizione di svantaggio in vari indicatori di benessere rispetto ai bambini figli di nazionali, inclusi gli indicatori di salute, di istruzione, di povertà e di inclusione nel mercato del lavoro.
Le motivazione principali di questo svantaggio, secondo i ricercatori, sono causate dalla “lingua e dalla cultura diversa che contribuisce a creare barriere” e dal fatto che “il generale basso livello d’istruzione dei genitori si ripercuote sui figli”.
I minori migranti in Italia, inoltre, hanno un livello d’istruzione più basso rispetto ai loro coetanei, vivono in case più sovraffollate e hanno i genitori con un reddito più basso e con lavori poco qualificanti.