Donne nigeriane alla Cri di Settimo Presidio leghista davanti al “Centro”
In fuga dagli estremisti islamici: “Stanno vivendo un dramma incredibile”
di Massimo Numa
Sono arrivati nel centro Cri di Settimo 42 giovani donne nigeriane. Sono cristiane, in fuga da Bokho Haram, dagli estremisti islamici che rapiscono, seviziano, uccidono. Avrebbero dovuto raggiungere i centri d’accoglienza di Torino e Alessandria invece no. Fuori dal cancello, presidiato da circa 200 poliziotti e carabinieri, ci sono una cinquantina di attivisti di Lega Nord e Casapound e allora i trasferimenti sono bloccati per motivi di sicurezza.
Viaggio infinito
Dopo mesi di attesa nei porti libici, il viaggio in mare, 23 ore di bus da Vibo a Settimo, queste giovani donne terrorizzate, che si portano la paura addosso come una seconda pelle, che danno i loro nomi con un filo di voce, sanno che, fuori dalle reti, ci sono persone contrarie alle operazioni di soccorso e di accoglienza. Durante il presidio, diviso tra leghisti, Casapound e l’area antagonista, autonomi e anarchici, che manifestano a circa un chilometro di distanza, anche una delegazione sindacale e una conferenza stampa del sindaco di Settimo Torinese, Fabrizio Puppo, affiancato dal capogruppo del pd Daniele Volpatto, Pino Velardo dei Moderati e Giancarlo Brino, presidente del Consiglio comunale. Puppo: «Prima gli italiani? Qui spendiamo per il welfare, degli italiani, 5 milioni e mezzo di euro. Per il centro Cri, che ospita le nostre strutture della protezione civile, 20 mila euro, compreso il costo della mensa dei poveri, che offre 40 pasti al giorno». Poi un appello: «Queste persone che sono fuori a manifestare, dovrebbero visitare le persone che sono qui, guardare i loro occhi, forse capirebbero qualcosa di più». Intanto un centinaio di antagonisti, autonomi di Askatasuna e un piccolo gruppo di anarchici, stanno raggiungendo in corteo l’ingresso del Centro Cri, sotto lo stretto controllo di polizia e carabinieri.