Con monsignor Marchetto, su migranti e accoglienza
Fonte: www.misna.org
“Non è necessario un grande sforzo per sapere che oggi le persone fuggono dai loro paesi a causa di guerre, violenza, violazione dei diritti umani, oppure carestia e altre calamità naturali o causate dall’uomo. Ci sono anche quelli che lasciano il proprio paese per poter essere in grado di provvedere alle proprie esigenze e a quelle delle loro famiglie, o semplicemente per cercare migliori opportunità all’estero. Quando arrivano nei nostri confini, ci chiediamo quali sono le ragioni che li hanno spinti a questo, o siamo così prevenuti che immediatamente li guardiamo con sospetto e li consideriamo un potenziale pericolo o una minaccia…?”
“PACCHETTO SICUREZZA” E MIGRANTI
“Nell’articolo 68 della Convenzione si chiedono infatti “appropriate misure contro la diffusione di informazioni fuorvianti relative all’emigrazione e immigrazione” e l’imposizione di “misure per comminare efficaci sanzioni a persone, gruppi o entità che ricorrono alla violenza, alle minacce o all’intimidazione contro i lavoratori emigranti o i membri delle loro famiglie in una situazione irregolare”. Nel preambolo, inoltre, si invitano i firmatari a garantire la tutela dei diritti umani fondamentali dei migranti irregolari. Nell’articolo 24 si afferma, infatti, che “ogni lavoratore emigrante e ogni membro della sua famiglia deve avere ovunque il diritto di essere riconosciuto come persona di fronte alla legge” e che devono essere prese le misure appropriate “per garantire che i lavoratori migranti non siano privati di nessun diritto […] a causa di eventuali irregolarità nel loro soggiorno o lavoro”. La nuova legge italiana ha rafforzato le norme relative all’irregolarità degli stranieri e ha trasformato la migrazione irregolare in un reato penale, invece di violazione amministrativa com’era finora. Questo cambiamento ha gravi ripercussioni sulla vita concreta del migrante e della sua famiglia. Io considero questo come il ‘peccato originale’ nella legislazione sull’immigrazione. Tanto per cominciare, per i migranti irregolari sarà difficile trovare un alloggio, poiché chi affitta un appartamento a persone nella loro condizione corre il rischio di essere arrestato. Sarà difficile, se non impossibile, inviare rimesse a casa attraverso i servizi di trasferimento di denaro, perché viene richiesta la presentazione di un regolare permesso di soggiorno nel paese. Questa è una seria preoccupazione per il benessere delle famiglie che sono rimaste nel paese d’origine e priva anche gli stessi paesi d’origine di quel reddito di cui le loro economie povere hanno bisogno. La nuova legge non sembra essere “amica della famiglia” (family-friendly in inglese). Dal momento che tutti gli atti riguardanti lo stato civile richiedono la presentazione di un regolare permesso di soggiorno, un migrante irregolare non può essere registrato come genitore di un bambino che potrebbe persino avere uno status legale in Italia. Il bambino dovrà quindi essere identificato come un soggetto con genitori sconosciuti. L’autorevole quotidiano finanziario ‘Il Sole 24 Ore’ ha pubblicato recentemente, nella sua edizione del 3 Agosto, una pagina intera sui gravi problemi causati dalla nuova legge, che dovranno essere risolti. Lo stesso permesso di soggiorno è necessario per potersi sposare anche con un cittadino italiano. In sua assenza il matrimonio deve essere posticipato o celebrato all’estero. Tuttavia, il coniuge non-italiano può diventare cittadino italiano solo dopo due anni di residenza in Italia, oppure dopo tre anni di residenza all’estero. Per fortuna, la presenza di bambini, anche adottati, possono ridurre i tempi di attesa della metà. La questione dei matrimoni è particolarmente sentita dalla Chiesa in Italia a causa degli effetti civili del matrimonio religioso. Un altro punto riguarda la possibilità per i medici di segnalare alle autorità la presenza di immigrati irregolari nel territorio. Questi ultimi avrebbero perciò paura di rivolgersi alla sanità pubblica sarebbe paura di approccio ai servizi sanitari pubblici. Ciò li porterebbe a rivolgersi a un’assistenza sanitaria clandestina, esponendoli a servizi a rischio e mettendo a repentaglio non solo la propria salute, ma anche quella delle persone intorno a loro, anche italiani. Con la nuova legge un immigrato, il cui permesso di soggiorno per motivi di lavoro non è rinnovato entro un periodo di sei mesi, sarà cancellato dal “Registro nazionale”. Inoltre, tutti coloro che non hanno fissa dimora, non possono essere iscritti nel “Registro nazionale”. Per l’amministrazione civile queste persone non esistono. I “clochards” sono invece obbligati ad essere iscritti in un apposito elenco del ministero degli Interni. Certamente gli stati hanno il diritto di controllare i loro confini e assicurarsi che non siano un accesso per i criminali, che possono anche approfittare della miseria e delle disperate condizioni di aspiranti migranti. Tuttavia la giustizia e la solidarietà non sono in contrasto e anzi vanno assieme mano nella mano, così come sicurezza pubblica e accoglienza. Il bene nazionale, in ogni caso, va considerato nel contesto dell’universale bene comune”.