Immigrazione: diritti inalienabili e doveri cristiani
Fonte: www.misna.org
La Chiesa non può non vedere nei drammi dell’immigrazione “una negazione dei valori dell’accoglienza”, che appartengono “alla dottrina cristiana ma anche alla dimensione umana dei rapporti, della convivenza e della solidarietà”: lo ha detto il cardinale Crescenio Sepe, arcivescovo di Napoli. A Cracovia per l’incontro su “Fedi e culture del dialogo” organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, il cardinale Sepe ha sottolineato che “per ogni uomo e per ogni cristiano aprirsi all’altro, capire i dolori degli altri, è una dimensione fondamentale”. A toccare il tema dell’immigrazione, con un implicito riferimento alle notizie di drammi e naufragi che continuano a giungere dal Mediterraneo, è stato nel fine-settimana anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Intervenuto in video-conferenza al “Workshop Ambrosetti” di Villa d’Este, il capo dello stato ha evidenziato “i limiti che tuttora incontra un impegno comune europeo in materia di immigrazione e, su un piano necessariamente distinto, a garanzia dell’inalienabile diritto all’asilo per chi sia costretto a richiederlo”. Parole, queste, da leggere alla luce delle polemiche e delle accuse originate dai respingimenti di migranti effettuati nel Mediterraneo a partire da Maggio da unità della Guardia costiera e della Marina militare italiana. Una settimana fa l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr/Acnur) era tornato a esprimere “preoccupazione” per “una politica che invece di arginare il fenomeno dell’immigrazione sembrerebbe tradursi in realtà in una forma di penalizzazione nei confronti dei richiedenti asilo, persone in fuga da guerre e persecuzioni che hanno diritto a ottenere protezione”