“Esodi”: mappa delle 5 rotte
Roma – Tutte finiscono sulla costa libica o egiziana, ma le rotte su cui viaggiano i migranti dell’Africa sub-sahariana cambiano a seconda del Paese di provenienza e nessuna garantisce di raggiungere l’Europa. Nel 90% dei casi, chi le attraversa dichiara di essere stato vittima di violenza, tortura o trattamenti inumani. Una geografia complessa a cui Medu (Medici per i diritti umani), ha provato a dare una logica sulla base delle testimonianze raccolte dai migranti assistiti.
Il risultato è una mappa interattiva in grado di fornire un’idea del viaggio affrontato da chi parte da Mali, Niger, Costa d’Avorio, Sudan e altri Paesi sub-sahariani. La mappa (Esodi, consultabile sul sito dell’associazione) si basa su risposte fornite da mille migranti seguiti da Medu.
Le testimonianze vengono per la maggior parte dagli insediamenti informali di Roma e dai centri di accoglienza per richiedenti asilo di Ragusa e Mineo. Altre arrivano da Ventimiglia ed Egitto. Tutti luoghi in cui l’associazione opera. Cinque le rotte individuate, quella principale dell’Africa occidentale attraversa Niger e Libia passando dal Canale di Sicilia. Un tragitto che dura in media 20 mesi. Il mezzo più utilizzato per attraversare il deserto è il pick-up su cui vengono caricate fino a 30 persone in condizioni disumane. Chi viene dal Corno d’Africa impiega invece circa 15 mesi, è costretto a sostare in Etiopia o in Sudan per poi raggiungere Bengasi o Alessandria e imbarcarsi per la Sicilia. Il costo del viaggio è più alto, i pericoli gli stessi. La possibilità di venire sequestrati o incarcerati e subire estorsioni è elevata, tortura e violenze sono la norma mentre le donne diventano schiave sessuali. (Matteo Marcelli – Avvenire)
Fonte: www.migrantesonline.it