Regolarizzazione colf e badanti 2009
di Fredo Olivero 1.10.2009
Negli ultimi 10 giorni è cambiato il ritmo, quasi raddoppiato, e ci siamo avvicinati alle 300.000 richieste (esattamente, dice il Ministero del Interni, 294.744) a mezzanotte del 30.09.2009, oltre la metà di quanto previsto, che rappresenta la realtà conosciuta.
La presenza sul territorio torinese è molto superiore a quanti hanno regolarizzato: 8.296 (sesta provincia italiana). Avendo contato il numero di richieste fisiche dei documenti nel nostro ufficio, oltre 3.000, meno del 20% ha poi effettivamente regolarizzato la collaboratrice familiare da noi, alcune fuori sicuramente.
Le ragioni espresse per non fare la sanatoria sono state molte, ne elenchiamo alcune:
- la richiesta del reddito del datore di lavoro per le colf (€ 20.000,00 se singolo, € 25.000,00 se famiglia o comunità)
- l’anticipo del versamento INPS di € 500,00, molte volte richiesto dai datori di lavoro alle stesse collaboratrici/collaboratori
- il “non interesse economico” delle lavoratrici di pagare tasse e contributi, che tagliano il già misero salario (anche se l’interesse giuridico c’era)
- la paura dei “datori di lavoro” amplificata dai media di avere visite dell’Ispettorato del lavoro, delle Forze dell’Ordine in seguito alla denuncia, in presenza di un decreto sicurezza che “minaccia sanzioni gravissime” per qualsiasi forma di irregolarità: € 5.000,00 se hai ospitato un “irregolare” (detto clandestino) senza denunciarlo e 18 mesi di carcere! Molti di più che il falso in bilancio e una truffa di milioni di euro.
- la mole di documenti da portare al momento dell’assunzione.
Il comparto dei lavoratori domestici con versamento dei contributi INPS ora raggiunge i 900.000 addetti (solo 133.248 italiani: 1/7!) sul territorio nazionale: continuano ad essere molti che, avendo soggiorno per motivi familiari e non avendo bisogno del reddito per rinnovare il soggiorno, lavorano “in nero”.
Le prime regioni sono Lombardia, Lazio e, a sorpresa, Campania, poi Toscana, Piemonte, Liguria, Umbria.
Le prime nazionalità dei regolarizzati: Ucraina e Moldavia ed Europa dell’Est (Romania, Polonia, Bulgaria sono paesi comunitari) Filippine, Cina, Marocco.
Ora attenderemo diversi mesi prima che il “Centro Unico per l’Impiego” (dove sono rappresentati Prefettura, Questura, INPS) avvisi e prenoti ogni datore di lavoro.
Certamente i tempi non saranno brevi: ogni sanatoria (complessa come questa) ha richiesto più di 12 mesi.
Ora i datori di lavoro attendono la sanatoria per gli altri settori, anche se le richieste di lavoro sono calate con la crisi al 50% rispetto al 2007.
Noi, invece, attendiamo che il “decreto sicurezza” sia dichiarato incostituzionale, perché l’obiettivo era il consenso elettorale e non la qualità di vita, l’integrazione dello straniero.
A questo punto sarà necessaria una legge vera e aperta che risponda ai bisogni degli italiani ed al rispetto dei diritti e doveri degli stranieri, cosa difficile con il governo attuale, che ha l’obiettivo di premiare gli evasori, la “mafia pulita”, colpire i più deboli, detenere nei CIE e rimpatriare gli irregolari con costi inutili, tagliando le risorse per l’integrazione.
Senza una politica intelligente, che renda più facile l’ingresso regolare, l’immigrazione irregolare continuerà, perché ogni anno (anche di crisi, come questo) l’Italia ha bisogno di 250.000 giovani “non nati”, quindi inesistenti, nei settori rifiutati dagli italiani (assistenza familiare, lavori manuali nell’edilizia, nell’agricoltura, nei servizi, nell’industria).