Venezia respinge il razzismo e la xenofobia: manifestazione per una città aperta, ospitale, libera
VENEZIA-ADISTA 99. Venezia non si rassegna alla violenza xenofoba. Per lanciare questo segnale, più di 500 persone hanno partecipato alla manifestazione ‘Venezia respinge il razzismo’ promossa dalla rete ‘Tuttiidirittiumanipertutti’ ritrovandosi, il 26 settembre scorso, a piazza San Marco. Tante le associazioni e i partiti che hanno aderito: tra gli altri, Emergency, Pax Christi, le sezioni territoriali del Partito Democratico, di Rifondazione comunista, di Sinistra e Libertà.
A far scattare la mobilitazione, l’aggressione subita da Ervin Doci il 13 settembre scorso. Il 21enne albanese, che lavora come cameriere in un ristorante del centro, era stato picchiato da otto italiani: “Otto squadristi”, hanno precisato dalla rete ‘Tuttiidirittiumanipertutti’, che indossavano “colori e simboli della Lega Nord”. Inequivocabile la matrice razzista dell’attacco: dopo avergli intimato di mostrare il permesso di soggiorno, gli otto aggressori avevano bastonato e insultato Ervin, sfasciando completamente il locale nel quale lavora.
La Lega, che proprio quel giorno aveva riunito i suoi militanti per la tradizionale “Festa dei popoli padani” a Riva dei Sette Martiri, a poche centinaia di metri dal luogo dell’aggressione, aveva preso le distanze: “Non so se i responsabili erano leghisti o simpatizzanti – aveva commentato il capogruppo al comune, Alberto Mazzonetto (il cui impegno, stando al suo sito personale, è quello di “restituire Venezia ai veneziani”) –, ma dovranno pagare. Però non si può fa ricadere sul partito o sulla folla che è venuta a Venezia la responsabilità di una banda di teppisti”.
Un spiegazione che non aveva convinto le associazioni di ‘Tuttiidirittiumanipertutti’ . “La nostra – avevano scritto in un comunicato diffuso il 21 settembre – è una città solidale e accogliente che da sempre rifiuta l’odio etnico e la violenza razzista propagandati dalla Lega e praticati dalle sue camicie verdi. Siamo contro ogni tipo di ronda e non tolleriamo le odiose pratiche razziste e xenofobe, per lo più imposte nell’ambito di periodiche ‘adunate’ che nulla hanno a che fare con la storia e la gente di questa città”. “Vogliamo ribadirlo insieme – avevano proseguito -, riprendendoci il diritto di vivere in un luogo ospitale, più sicuro proprio perché più aperto alle culture, più rispettoso delle diversità che costituiscono la vera ricchezza di un confronto”.
Per queste ragioni, la Rete ha voluto promuovere la manifestazione del 26 settembre. E la città di Venezia si è stretta intorno a Ervin dando vita ad un lungo corteo che, da piazza San Marco, si è snodato per le calli di Venezia in una lunghissima catena di solidarietà: per “esprimere concretamente la ferma condanna a questa vergognosa aggressione razzista; per ribadire a voce alta che questa è da sempre una città aperta, ospitale e cosmopolita; per opporre un netto rifiuto alle campagne di chiusura identitaria e istigazione al razzismo portate avanti dalla Lega Nord, partito di governo – concludono – cui appartiene quel Ministro dell’interno che ordina i respingimenti dei profughi africani verso le carceri libiche, come di quelli afghani, curdi, iracheni, che cercano di chiedere asilo politico, proprio dal porto di Venezia”