Badanti a lezione di assistenza
Fonte: torino.repubblica.it
Iniziativa gratuita, con un piccolo compenso per chi ha un reddito molto basso e la possibilità di accedere alla scuola media. Quasi seicento donne straniere ai corsi voluti dal Comune. Metropoli Torino
di Erica Di Blasi
Torino è la prima città in Italia a formare le sue badanti. Finora quasi 600 donne straniere hanno frequentato i corsi organizzati dal Comune. «Il nostro obiettivo – spiega il vicesindaco Tom Dealessandri – è fornire strumenti per crescere a un potenziale professionale importante. Una società che invecchia ha bisogno dell’apporto dei nuovi cittadini immigrati, e soprattutto ha bisogno di politiche sociali, del lavoro e dell’integrazione attente a evitare dispersioni e sprechi di risorse». A Torino si contano oggi circa 4mila badanti che ruotano attorno a 10mila famiglie: una metà lavora alle dipendenze dirette dei parenti, l’altra è impiegata in cliniche e case di riposo. «Proprio per valorizzare questa realtà – sottolinea Dealessandri – con la Regione e la Provincia abbiamo promosso corsi di formazione tra le assistenti familiari. In questi giorni 569 badanti stanno partecipando, in orari compatibili con la loro attività lavorativa, a un percorso formativo di 136 ore nei servizi di cura alla persona».
Blanca Vidales, 40 anni di origine peruviana, è una di loro. «Sono arrivata qui in Italia – racconta – nel 2002. Mi interessava frequentare qualche corso per specializzarmi. Alla fine ho optato per quelli del Comune e devo dire che mi sono trovata bene. Ci hanno fornito rudimenti in materia di pronto soccorso e dato consigli utili sia per le persone che assistiamo sia per noi. Sarà banale ma spostare un malato nel modo corretto è importante. Sono sicura che questa esperienza avrà il suo peso nel mondo del lavoro. Adesso però mi sto dedicando soprattutto a mio figlio Domenick».
Il percorso offerto dal Comune è completamente gratuito: anzi, prevede un piccolo compenso per quelle assistenti familiari che hanno un reddito annuo inferiore agli 8mila euro lordi e mantengono lo status di disoccupate. La formazione include anche l’aspetto scolastico. «Le lavoratrici straniere che seguono i corsi per assistente familiare – aggiunge Marco Borgione, assessore alle Politiche sociali – hanno la possibilità, su loro richiesta, di essere inserite nei percorsi per ottenere la licenza media. A chiedere di tornare sui banchi di scuola sono già state trecento badanti».
C’è poi un’altra iniziativa: un progetto bandito dal ministero dell’Interno e portato avanti dal Comune e dalla Fondazione Piazza dei Mestieri. In questo caso l’obiettivo è quello di fornire alle donne immigrate un secondo lavoro per arrotondare. Dopo un corso tutto dedicato alla ristorazione, potranno infatti essere impiegate in bar e ristoranti nella pausa pranzo: in un orario quindi compatibile con l’assistenza domiciliare.