Castelnuovo di Porto, la protesta delle Ong italiane: “Ma questa è la sicurezza di cui ci parlano?”
ROMA – Una catena di domande delle Ong italiane, all’indomani dello sgombero del CARA di Castelnuovo di Porto. A porle sono Link 2007 e l’Associazione Italiana delle Organizzazioni di Cooperazione e Solidarietà Internazionale (AOI). Era necessario decretare e attuare la chiusura del CARA (Centro Accoglienza Richiedenti Asilo) di Castelnuovo di Porto, nella città metropolitana di Roma, in poche ore, obbligando i migranti ad andarsene senza alcun preavviso e senza conoscere la nuova destinazione? Era necessario costringere minori inseriti nelle scuole del territorio a lasciare amici, compagni, maestri, professori senza un saluto, senza preparazione, nella totale incertezza? Era necessario, senza alcuna preparazione, né consultazione con le autorità locali, affrettarsi a smantellare un sistema di accoglienza che aveva funzionato, dove l’integrazione era un punto di forza, rappresentando un’opportunità di crescita per tutta l’area di Castelnuovo di Porto tanto da fare percepire ai migranti di essere amici, fratelli, colleghi nella comunità locale? E ancora: era necessario, senza alcun preavviso, lasciare più di cento lavoratori del CARA per strada, senza alternative occupazionali? continua a leggere