Calolziocorte. «No ai centri per migranti vicino alle scuole: le nuove zone rosse»
Lo stabilisce il regolamento del Comune. La lista civica Cambiocalolzio: provvedimento discriminatorio
Zone rosse interdette ai richiedenti asilo e zone blu per le quali ci vuole il nullaosta del Comune di Calolziocorte nel Lecchese. A meno di 150 metri dalle nuove zone rosse e blue – in cui è stata divisa la cittadina – non potranno trovarsi strutture che accolgono le persone che richiedono asilo. Nella cartina allegata al provvedimento appena approvato a Calolziocorte gli spazi sono colorati e cerchiati in una sorta di piano regolatore che delimita la possibilità o meno in futuro di aprire centri di accoglienza per i profughi.
Lo stabilisce un regolamento comunale, non legato al carattere di urgenza delle ordinanze, che è già esecutivo ed è stato approvato in Consiglio comunale lunedì sera.
Il firmatario del testo che per la prima volta è stato presentato in Commissione a luglio 2018 e poi ha subito piccole modifiche è lo stesso sindaco di Calolziocorte, Marco Ghezzi.
“Con questo provvedimento l’amministrazione intende realizzare una sorta di ‘piano di governo’ per le strutture di accoglienza di migranti – ha spiegato il sindaco di Calolziocorte, eletto con la Lega -. Sono state individuate alcune zone sensibili (stazione e scuole) dove è vietata la collocazione di centri di accoglienza a meno di 150 metri sul percorso pedonale più vicino, poi abbiamo pensato a delle zone blu (oratori e biblioteche si legge nel testo del regolamento, ndr) dove invece è necessario un nullaosta da parte del comune”.
Tra le forze di opposizione Diego Colosimo della Lista civica Cambia Calolzio ha avanzato dubbi sulla legittimità del provvedimento: “Il concetto di fondo che sta dietro al regolamento è fortemente discriminatorio, girerò il documento alle associazioni che si occupano di questo tema”.