La Cisl Lombardia presenta il Rapporto NCL “nuovi cittadini lombardi”.
Fonte: www.immigrazioneoggi.it
Il sindacato chiede il ripristino del permesso per “ricerca lavoro” come lotta all’immigrazione irregolare e la competenza ai comuni per le pratiche di soggiorno.
NCL, nuovi cittadini lombardi: è l’acronimo con cui la Cisl Lombardia chiama gli immigrati nel rapporto che ha presentato ieri.
Per il sindacato “l’immigrazione non è una minaccia dalla quale difendersi, non è un problema ingestibile, né un problema di irregolarità e clandestinità”. Numeri alla mano, il segretario Gigi Petteni ha voluto dimostrare come la percezione diffusa della presenza di immigrati non corrisponda alla realtà e sfatare alcuni luoghi comuni. A cominciare dalla propensione al lavoro irregolare o dall’idea che gli stranieri rubino il posto di lavoro agli italiani. Secondo un rapporto stilato dalla Cisl, a partire dalle banche dati Istat, Inps, Inail, Ismu e Caritas, l’analisi mette in mostra che i Ncl hanno un tasso di attività e di inserimento al mercato del lavoro superiore agli italiani, il 73,9% contro il 69,2%. Allo stesso modo, in Lombardia il 15,7% dei lavoratori sono Ncl un dato che va letto alla luce dell’incremento relativo: tra il 2000 e il 2008 l’occupazione dipendente in Lombardia è aumentata di 554mila unità, mentre i Ncl che lavorano sono aumentati di 359mila unità segno, secondo la Cisl, che “nessuno ha tolto opportunità ad altri e la crescita è stata complementare e sostenibile”. Errata anche la percezione del costo degli stranieri per le casse della finanza pubblica: secondo quanto riportato dal sindacato, i Ncl verserebbero al fisco (0,9 miliardi di euro) e all’Inps (2,8 miliardi di euro) almeno il doppio rispetto a quanto ricevuto in sussidi, contributi, assegni.
Per la Cisl però sono stati gli immigrati i più esposti alla crisi economica in quanto costituiscono circa il 18% lavoratori licenziati e messi in mobilità nel corso del 2009 (9.190 su 52.221).
Non solo, dunque, “una categoria da non temere” secondo il messaggio che la Cisl ha voluto diffondere attraverso il rapporto, bensì “un settore della popolazione da sostenere”. Da qui le proposte del sindacato: prolungare il permesso di soggiorno a chi perde un impiego collegandolo oltre la scadenza degli ammortizzatori a tutte le politiche attive di ricerca reimpiego; introdurre il “permesso per ricerca lavoro” per prevenire il lavoro irregolare e in alternativa alle sanatorie; confronto con gli enti locali sulle politiche di welfare, superando le discriminazioni tra italiani e non e individuando misure e strumenti per l’integrazione e il sostegno alle aree con maggiore densità di Ncl; confronto con Regione, Asl ed enti preposti per una campagna mirata di prevenzione anti infortuni verso i Ncl e le aziende con alto tasso di occupazione Ncl; coinvolgimento di Anci e comuni per semplificare procedure amministrative per Ncl e modalità rinnovi permessi; definizione da parte dei fondi interprofessionali di bandi per una formazione professionale che valorizzi le competenze professionali di partenza dei Ncl.