I migranti? “Sono le persone più controllate in Italia”
Per il Piemonte ma non solo, nei giorni dell’ultima “emergenza” migranti: la risposta di due medici ai “timori” epidemici agitati dai vertici della Regione. «Ogni migrante che giunge in Italia è sottoposto a tampone e posto in isolamento se positivo e in quarantena se negativo…».

Un’immagine d’archivio del Centro d’accoglienza “Fenoglio” di Settimo Torinese (foto Croce Rossa Italiana).
Si parla dei 156 migranti trasferiti questa settimana dalla Sicilia nei centri di accoglienza della Pellerina, a Torino, e di Settimo Torinese. Oggi il totale dei richiedenti asilo e rifugiati in accoglienza in Piemonte è di 7.864 persone. Però un anno fa superava le 9.000 (9.079, per la precisione) e alla fine del 2017 sfiorava le 13.700.
Fra i 156 nuovi arrivati alcuni sono risultati positivi al COVID-19. Ma al presidente Cirio hanno replicato, con una irrituale dichiarazione, il dottor Guido Giustetto, presidente dell’Ordine dei Medici di Torino, e il professor Paolo Vineis dell’Imperial College di Londra.
“Siamo più pericolosi noi due”
«Evocare il rischio di contagio da COVID per ridurre l’assegnazione di migranti al Piemonte è fuorviante e scorretto – hanno affermato i due medici -. Senza voler entrare nel merito di scelte politiche, ci piacerebbe vivere in una regione che conosce, e ha tra i suoi valori più forti, la solidarietà nei confronti delle persone fragili. La realtà è che il tasso di positività al COVID tra i migranti è intorno all’1,5%. Ogni migrante che giunge in Italia è sottoposto a tampone e posto in isolamento se positivo e in quarantena se negativo. Prima di essere trasferiti e distribuiti tra le regioni, sono sottoposti a test sierologico. All’arrivo a Torino sono nuovamente sottoposti a tampone e posti in isolamento fino a quando giunge il risultato».
Insomma, concludono Giustetto e Vineis, «i migranti irregolari sono forse le persone più controllate e l’ultimo problema nel contenimento della pandemia. Forse siamo più “pericolosi” noi due, veri piemontesi, che non abbiamo fatto né tampone né test sierologico».
Fonte: viedifuga.org