Rosarno: un documento dell’AC Calabria e alcune iniziative
ROSARNO (Migranti-press 5) – I recenti fatti di Reggio Calabria e Rosarno “testimoniano, ove ce ne fosse ulteriormente bisogno, la complessità della situazione calabrese, in cui la ‘ndrangheta si rivela davvero protagonista e regista, di azioni di illegalità, contro la persona, l’ambiente, la sana vivibilità, il futuro di un intera regione. Tali episodi costituiscono però solo l’apice odioso di una quotidiana guerra silenziosa e strisciante, che vede spesso lo Stato cedere terreno nel controllo del territorio, e la società vivere nella tolleranza, quando non nell’acquiescenza, del fenomeno mafioso”. É quanto afferma la delegazione calabrese dell’Azione Cattolica in un documento dal titolo “Lo accolse con gioia. L’AC Calabria dopo i fatti di Reggio e Rosarno”. Per l’AC “nessun dramma sociale può farci dimenticare che il Vangelo e la Chiesa ci insegnano a vedere nell’uomo, in ogni uomo, l’immagine vivente di Dio stesso. Questa immagine è stata ed è calpestata ogni giorno, quando singoli e istituzioni voltano la testa dall’altra parte rispetto ad un bollettino giornaliero che ci parla di sfruttamento dello straniero, di soccombenza di fronte al racket e all’usura, di prevaricazione mafiosa”.
“Ci sentiamo – afferma l’AC Calabria – fortemente offesi dagli attacchi ai migranti!”. L’ AC “non accetta una cultura politica, che facendo leva sulle paure degli italiani crea sempre più spesso un clima di diffidenza verso lo straniero. Questa strada non fa crescere il paese, anzi fa tornare indietro la cultura italiana di decenni. Chiude gli orizzonti del nostro Paese in logiche di violenza, insicurezza, aggressività e rifiuto culturale”. La Calabria è “terra di accoglienza; è un dato storico ed è la realtà quotidiana di singoli e associazioni cattoliche e laiche che operano spesso nel silenzio e nella solitudine. Siamo ora chiamati a recuperare la capacità di indignazione e di denuncia, e a fare unità nel riconoscere ed isolare il male in tutte le sue forme, dalle più bestiali a quelle più suadenti”.
“Conosciamo – prosegue la nota – l’impegno e la solidarietà di parrocchie, gruppi, movimenti, che nella Piana di Gioia Tauro e in tutta la Calabria sono impegnati in azioni di aiuto nei confronti dei migranti, ma fatti come la ribellione e la deportazione di Rosarno fanno capire quanto sia difficile contrastare le forze del male sul territorio. Per costruire una nuova consapevolezza sociale è necessario anche aprire sempre più gli orizzonti delle nostre comunità ad un impegno verso il prossimo che si fa richiesta di giustizia ed esercizio concreto di responsabilità condivisa per tutta la comunità civile”. L’AC sceglie di “continuare con sempre maggiore forza e passione il suo percorso di formazione, preghiera, annuncio e denuncia perché la nostra terra cresca nella cultura della legalità e dell’accoglienza del diverso. Questo contributo vogliamo continuare a dare insieme a tanti cristiani e laici, singoli e gruppi di buona volontà, nelle diverse forme che il lavorare insieme potrà produrre. Insieme: perché solo cercando l’unità delle tante forze sane della nostra terra potremo veramente sconfiggere il cancro che la opprime”.
Il tema Rosarno è ancora al centro dell’attenzione e si moltiplicano le iniziative di solidarietà. Nei giorni scorsi una partita di calcio tra una squadra formata dai ragazzi dell’oratorio di Rosarno, insieme ad alcuni extracomunitari, e una costituita dai giocatori della Comunità islamica di Reggio Calabria con il calcio di inizio dato dal vescovo della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, mons. Luciano Bux, e dal rappresentante della Comunità islamica reggina, Hassan El Mazi. E ancora un manifesto pubblico dal titolo “chiediamo scusa” firmato dalla parrocchia San Giovanni Battista di Rosarno, dal Gruppo Agesci Rosarno 1 e dall’Osservatorio Culturale “perché non succeda mai più quello che è successo qui”. Nel manifesto si chiede scusa “per non essere riusciti a trasformare carità e solidarietà in dignità, per non essere riusciti a far sentire la nostra voce, travolti dal precipitare degli eventi e da violenza ingiustificata e per non aver avuto la piena consapevolezza dei diritti di quanti lasciano la propria terra per sopravvivere”.
“Vogliamo che a tutti, nella legalità, sia garantito il rispetto di giuste condizioni di vita”. Da qui l’invito a ricominciare insieme e che quello che è successo a Rosarno nei giorni scorsi non succeda mai più.